Somma, ridimensionamento ospedale, protesta di Bellaria
cresce la preoccupazione per l'Ospedale di Somma.
Somma: «inaccettabile», perché scarica sui cittadini le carenze amministrative e organizzative: «Da quando reparto oculistico è stato spostato a Somma ha più che raddoppiato le prestazioni. Non può essere questa la logica: non affrontare un problema creandone uno più grande».
La protesta del sindaco Bellaria non è isolata: cresce la preoccupazione per l'Ospedale di Somma.
Il ridimensionamento dell'ospedale sommese, è un ritornello ricorrente, ai tempi la politica del "carciofo" togliendo un pezzo alla volta, era rivolto verso l'ospedale di Gallarate.
Gallarate, aveva un grande e importante ospedale che attirava in particolare coloro che avevano interessi politici e cercavano di spingere per raggruppare e implementare l'Ospedale S. Antonio Abate, ora in difficoltà rispetto al nuovo bustese.
La questione non è oculistica, importante perchè funziona bene, ma ogni singolo impoverimento dei piccoli per spostare sul nuovo, dà adito a dubbi e preoccupanti che dovrebbero indurre coloro che fingono di mobilitarsi ma poi nella stanza dei bottoni sono tutti d'accordo.
Bellaria cerca alleanze e gli altri sindaci della zona che serve un bacino potenziale di 80 mila cittadini, sono con lui.
La decisione è di tipo regionale e ricorda le parole dell'assessore regionale alla salute Letizia Moratti che dichiara sorniona:
«Noi siamo pronti e stiamo attendendo le decisioni dei sindaci: in funzione delle loro decisioni prenderemo poi le iniziative»
Giochi della politica che fingono di interessarsi del territorio senza ammettere che il mega ospedale è già deciso a tutti i livelli.
"Un ospedale importante, funzionale e moderno, deve essere raggiungibile da tutti e questo è già un problema, viste le difficoltà degli spsotamenti in provincia di Varese, con strade inadatte e code nelle ore di punta", afferma Giuseppe Criseo del movimento CASA DEGLI ITALIANI.
La possibilità di raggiungere velocemente un ospedale è vitale in tanti casi e la soluzione di raggruppare molti reparti interessa e fa gola ai direttori e ai primari che avrebbero possibilità e prestigio maggiore se dirigono reparti in ospedali di un certo livello.
Il vantaggio di un grande ospedale è anche quello di economizzare e ridurre le spese nella sanità, aspetto delicato e non da sottovalutare in tempi di pandemia e si parla di 18 miliardi.
Uno sforzo finanziario ed economico non indifferente per la Lombardia, si tratta di 1.800 euro per abitante, dopodiché, a seguito della crisi del 2008 e alle politiche restrittive messe in atto, è diminuita arrivando a 1.700 euro intorno al 2013, per poi crescere debolmente fino al 2016, vedi inchiesta sanità sul Sussidiario.
La sanità funziona bene in Lombardia, è risaputo ma in Italia mancano 180 mila posti letto rispetto ai dati europei (Hospital beds ).
Italia: il numero dei posti letto per 1.000 abitanti è di 3,2, metà di quello relativo al 75° percentile dove si colloca la Francia e ben distante dagli 8,2 posti letto della Germania. (Sussidiario).
I laureati diminuiscono: "rispetto ai livelli mediani nel 2016 mancano all’appello circa 4 laureati per 10.000 abitanti, ovvero 24.000 laureati"
E gli infermieri? La Lombardia si colloca comunque quasi sempre attorno al 75esimo percentile delle regioni italiane
Riguardo ai medici invece, la Lombardia si posiziona bene, precisamente: la Regione Lombardia, pur collocandosi in posizione inferiore ad altre quanto a dotazione di medici, risulta in ottima posizione in rapporto alla situazione europea.
Luci e ombre che devono far riflettere e puntare sulla medicina a livello locale.