Sesto Calende, sulla scuola servono scelte coraggiose

Abbiamo molto apprezzato l’apertura degli Uffici, che allo scadere del termine, giacché il numero minimo non era stato raggiunto, hanno riattivato la possibilità di iscriversi. Ma è notizia di oggi che il doposcuola non si farà.

Sesto Calende, sulla scuola servono scelte coraggiose

Riceviamo e pubblichiamo da Sesto 2030

Servizi alle famiglie: si tratta sempre di scelte

Ancora una volta siamo a parlare di doposcuola (scuola dell’infanzia), nel non arrenderci all’idea di rinunciare al servizio e ricevendo l’accusa di “vivere sulla luna”: il punto però è proprio che non è lassù che viviamo ma quaggiù, in mezzo alle famiglie e sappiamo quanto esso sia importante per chi lo richiede.

La situazione del nostro Comune è simile a quelle di tanti altri, ma non per questo dobbiamo rassegnarci: questa società non aiuta le famiglie con scelte coraggiose e strutturali ed è ora di cambiare passo, anche in tempi di covid, nel rispetto delle normative.

Abbiamo molto apprezzato l’apertura degli Uffici, che allo scadere del termine, giacché il numero minimo non era stato raggiunto, hanno riattivato la possibilità di iscriversi. Ma è notizia di oggi che il doposcuola non si farà.

Ieri, in extremis, abbiamo mandato una lettera, all’Assessore e agli Uffici, per capire innanzitutto perchè il doposcuola è stato proposto per 1 sola ora (perchè crediamo anche questo abbia inficiato sulle iscrizioni - anche se non possiamo saperlo con certezza) e per fare una proposta - una tra altre possibili - chiedendo all'Amministrazione di trovare una soluzione alternativa evitando di far decadere il servizio.

In consiglio comunale la nostra capogruppo Malini aveva già paventato un’alternativa, volta alla copertura dei costi, quando chiese di utilizzare, almeno in parte, i 21.000 euro ricevuti dal Ministero e classificati semplicisticamente come “contributo centri estivi” per aiutare le famiglie proprio in questa tipologia di servizi. Tali fondi, infatti, come spiegato dalla nota del 12 luglio 2021 del Dipartimento delle Politiche per le famiglie (messaggio n. 2 del 2021) sono destinati, tra l’altro anche a “potenziamento dei servizi socio-educativi territoriali (e quindi anche del doposcuola all’infanzia) e tale contributo avrebbe anche potuto essere destinato direttamente alle famiglie. Non è stata la scelta di questa Amministrazione. Non entriamo nel merito ma ricordiamo che di scelte si tratta.

Non dimentichiamo inoltre che nei Comuni sono arrivati anche specifici fondi per affrontare l’emergenza Covid ed è l’Amministrazione a decidere come impiegarli - anche queste entrate quindi potrebbero essere dedicate alla parziale copertura del servizio.

La nostra proposta di questi giorni (che non era univoca ma chiedeva di trovare, eventualmente “altre soluzioni con gli uffici”) ha rappresentato il rinforzo del grido di aiuto delle famiglie che necessitano del servizio.
La risposta è stata che è “una fesseria, contraria ad ogni normativa covid”.

Per noi però non è una “fesseria” insistere con il chiedere di studiare alternative, non è una “fesseria” rischiare di fare proposte anche al limite del diritto, ma “almeno provarci”. Neppure chiedere di cercare alternative a chi al momento ha il compito e il dovere di amministrare questa città. Come piace ricordare a qualcuno della maggioranza, anche noi “ci mettiamo la faccia”, perchè quello che ci interessa è AVERE IL SERVIZIO. 

Abbiamo già sottolineato quanto per noi siano importanti i servizi di supporto alle famiglie - non siamo più nella società di un tempo, in cui a casa c’erano mamme e nonne a curare i bambini, oramai la maggior parte dei genitori lavora, per scelta o spesso per necessità e non tutti hanno nonni disponibili: gli enti territoriali sono i più prossimi ed adeguati a supportare le famiglie. Senza bambini non c’è futuro, ma una società così impostata sta rendendo impossibile fare figli - ci sono persone che rinunciano al secondo o terzo figlio per problemi economici o semplicemente per impossibilità organizzative nel conciliare lavoro e cura dei bambini. Per aiutare le famiglie bisogna agire proprio su questo. Non possiamo andare avanti così e noi faremo tutto quanto in nostro potere affinché si cambi, anche col rischio di fare proposte inopportune o di essere derisi ed anche in tempi di covid, cercando le soluzioni migliori per minimizzare il rischio di contagio. Volere è potere, questa Amministrazione lo ha dimostrato con il grande cantiere Marna appena inaugurato - quanti fondi arrivano da Regione Lombardia o da altri enti esterni? La maggior parte. Ed allora quando si vuole, i soldi si trovano. Si tratta di priorità. I servizi alle famiglie non sono la priorità di questa Amministrazione - questo il pensiero dei componenti di Sesto 2030 che si occupano di questi temi.



In merito alla “normativa” che l’Assessore ha recentemente citato sui social, inoltre, siamo in attesa di ricevere i riferimenti precisi perchè dalle nostre ricerche sul sito del Ministero essa in realtà sembrerebbe permettere di mischiare le “bolle” o sezioni. Il piano scuola 2021-2022, infatti, alla pag. 16 richiama il decreto ministeriale del 3 agosto 2020 n. 80 (per quanto non disciplinato “compresi gli aspetti definiti per il pre e post scuola”) e tale decreto a pag. 4 parla di “privilegiare, laddove possibile [...] (la) non intersezione di attività tra bambini appartenenti a gruppi/sezioni diversi”. Privilegiare, non tassativamente evitare. Se questo dovesse essere l’unico riferimento normativo, quindi, anche in questo caso si tratterebbe quindi di una scelta, non di aderire ad un obbligo senza possibilità alcuna. A testimonianza di questo, tra l’altro, troviamo esperienze lombarde (Comune di Milano) in cui i servizi di doposcuola alla materne comunali sono “organizzati in gruppi stabili con bambini provenienti da un massimo di tre sezioni”.

Altri sforzi quindi, a nostro avviso, si potrebbero fare: cercando altri finanziamenti per i costi non coperti dalle famiglie, collaborando per le famiglie (magari comunicando quanti bambini mancano per ogni sezione per capire se non ci sia qualcuno ancora titubante) o, infine, unendo le sezioni se si confermasse possibile secondo la normativa (perchè se i bambini per sezione sono pochi, si può comunque tenerli distanti all’interno dell’aula ed il rischio di contagio è esattamente quello che ogni famiglia si prende quando porta i propri figli a calcio, judo, catechismo, feste di compleanno, ecc… il rischio quindi non aumenta significativamente rispetto alla situazione attuale nel nostro contesto; anche perchè in tal caso non avremmo fatto la proposta). 

Non si tratta di impossibilità, quindi, ma di scelte. Scelte legittime, ma di cui è necessario che gli elettori si rendano conto.