Carte da gioco in Lombardia: i mazzi che hanno fatto la storia della regione

Carte da gioco in Lombardia: i mazzi che hanno fatto la storia della regione

L'Italia è il paese al mondo che vanta la più grande varietà di mazzi di carte: del resto la passione degli italiani per i giochi che prevedono il loro utilizzo ha radici antichissime e più precisamente medievali. Ai tempi delle crociate i cavalieri crucesignati dalla Penisola che si recarono in Terra Santa impararono presto dai locali questo passatempo che fu a sua volta trapiantato in Medio Oriente dalla Cina nel corso dell'Alto Medioevo. Nello spazio di poco più di un secolo, dal 1300 al 1400, le carte entrarono così nell'uso comune delle corti italiane.

Da passatempo per ricchi e cortigiani questa nuova moda contagiò in breve tempo anche l'intera società e nel frattempo, nonostante l'avversità del clero, i barattieri organizzavano le prime sale da gioco dedicate al Biribiss, al Faro e ad altri giochi di carte tipici dell'epoca. La frammentazione territoriale italiana che precedette l'unità d'Italia portò ad una sorta di campanilismo anche nell'uso e nei modi di fabbricare i mazzi e le rispettive elaborate illustrazioni. Attualmente le piacentine sono le più diffuse sul territorio nazionale insieme alle napoletane ma esistono anche altre celebri variazioni come le romagnole, le siciliane, le sarde e le abruzzesi, solo per citarne alcune. La Lombardia dal canto suo può vantare tre tipologie di mazzi di lunga tradizione: le bergamasche, le bresciane e le milanesi.

La diffusione di internet e la sempre più capillare presenza di smartphone, tablet e pc hanno in qualche maniera mandato in pensione questo genere di intrattenimenti. Oggi infatti per “smazzare, specialmente le nuove generazioni, preferiscono frequentare le sale da gioco online che propongono un approccio al gioco delle carte decisamente più moderno con slot machine simili a videogame, croupier che operano in favore di webcam e tavoli da blackjack e poker in realtà virtuale. Ad ogni modo, specialmente durante il periodo natalizio, insieme ai classici giochi da tavola, i vecchi mazzi rispuntano sui tavoli dei lombardi portando in casa un prezioso spaccato storico. Le milanesi note più semplicemente come lombarde presentano semi francesi e sono di forma affusolata (50×94 mm). Le figure vengono rappresentare in stile svizzero con re, regina e fante che hanno un doppio capovolto. Il blasone del biscione visconteo, simbolo della città meneghina, campeggia al centro del petto del fante. Di tipo francese sono anche le genovesi, le fiorentine e le piemontesi, territori che non a caso come Milano vantano storici legami con i gigli di Francia sia dal punto di vista politico e dinastico che da quello degli scambi commerciali e culturali. Diffuse in tutta la Lombardia occidentale, il fante di fiori presenta ricamato sul petto il biscione visconteo, simbolo della metropoli lombarda. Le Bergamasche sono invece in stile italiano e presentano i semi delle coppe, delle spade, dei bastoni e dei denari. La forma ricalca quella allungata delle milanesi (50x94 mm) ma l'iconografia cambia presentando diverse similitudini con le più comuni piacentine e alcune peculiarità come la scritta “vincerai” sull'asso di spade e la rappresentazione della maschera della “margì”, personaggio tipico del teatro dei burattini bergamasco. L'asso di coppe ricorda l'emblema degli Sforza quasi a fare da contraltare al biscione visconteo delle milanesi mentre l'asso di denari è un cerchio di colore arancione e giallo. I colori dei semi sono caratterizzati da una bicromia di rossi e neri. Bergamo produce anche un altro mazzo locale specialmente “forgiato” per il gioco del cucco (o Cöch nel dialetto bergamasco) dalla locale Masenghini (fino al 2003, oggi la produzione è passata alla Dal Negro). Le carte presentano serie di figure dall'I al X in numeri romani e 5 matte numerate dall'XI al XV con immagini archetipali che richiamano al gioco dei tarocchi come il nulla, il matto e la leonessa detta anche Brèsa, in onore del simbolo della temuta rivale cittadina.

A proposito di Brescia, i mazzi cittadini contano 52 carte. Questa anomalia numerica è dovuta al gioco bresciano della cicera bigia. Le figure di questi mazzi si distinguono per le pose “naive” e alcuni dettagli atipici come il cane che accompagna il fante di coppe (la carta è detta “fant cagnì”), mentre quello di spade regge l'arma del seme in entrambe le mani. Il due di spade viene chiamato la "la mata" mentre il due di denari che presenta due cerchi inseriti tra rigogliose spigolature di allori viene chiamato “bale de l'orso” (testicoli di orso in dialetto bresciano) o "bale de fra Giöle" (i “gioielli di famiglia” di frate Giulio).