ATS Insubria, il 6,5% di chi ha eseguito il tampone risulta positivo.
Si rilevano le oscillazioni tipiche di una condizione endemica, con una riaccensione dell’epidemia nelle cinque ultime settimane in buona parte per casi di rientro dalle vacanze in soggetti giovani.
Alla data del 12 settembre 2020 sono stati riportati, nel Sistema di sorveglianza del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria dell’ATS Insubria, 8.661 casi sul totale dei quali gli attualmente positivi sono il 6,5%, i guariti il 79,3%: si riducono percentualmente i guariti e aumentano i positivi senza causare praticamente nuovi decessi.
L’incidenza settimanale in ATS nelle ultime diciannove settimane si è ridotta, passando da 41,5 a 12,2 per 100.000 abitanti (la scorsa settimana era 11,8).
L’ultima settimana osservata (dal 6 al 12 settembre 2020) segue di oltre tre mesi la terza fase di apertura delle attività lavorative del 3 giugno: si rilevano le oscillazioni tipiche di una condizione endemica, con una riaccensione dell’epidemia nelle cinque ultime settimane in buona parte per casi di rientro dalle vacanze in soggetti giovani.
Si segnala che in Italia nel monitoraggio della settimana dal 31 agosto al 6 settembre i casi scoperti tramite screening erano circa il 37%, la quota più rilevante che causa aumenti soprattutto di casi asintomatici (ossia di infezioni). Rispetto alla settimana precedente si è osservato un aumento dei nuovi casi totali (da 174 a 180, +3,4%), una riduzione della variazione dei casi attualmente positivi (da 114 a 69, -39,5%) e un numero di guariti che ha ripreso a crescere (da 60 a 109, +81,7%).
Nelle ultime ventuno settimane sia i deceduti sia i casi tendono sostanzialmente a diminuire, ma questi ultimi mostrano un aumento soprattutto nelle ultime tre, per quanto una quota considerevole sia asintomatica.