Vogliamo strade e marciapiedi a norma ! Siamo cittadini Italiani Europei che hanno fondato l’"Associazione Proprietari 2
a casa dei lidi Scacchi – Pomposa” con l’obiettivo di: ·
difendere la nostra proprietà, cioè le nostre seconde case, dal degrado ambientale in cui sono immerse e che mirano non a speculazioni finanziarie ma all’acquisizione di un posto tranquillo dove trascorrere le ferie dopo il lavoro o le giornate dopo la pensione; ·
contribuire alla valorizzazione del territorio; ·
disponibilità a qualsiasi confronto “
democratico” sull'argomento. Sono tre obiettivi che tutti vogliamo raggiungere !!!! anche se ostacolati da “invenzioni” giuridiche che nulla hanno a che fare con la Democrazia sia di parola che di sostanza. Esaminiamo la situazione, vista al singolare ma naturalmente estensibile al collettivo 1
“Non residente” dal 28.07.1976, data del “Permesso di abitabilità di case di nuova costruzione” rilasciata al mio appartamento (60 mq) dal Comune di Comacchio. Sinceramente non pensavo finisse così ! “Finisse così” cosa significa ? Significa che “in quel tempo”, 35 anni fa, trovai un Lido Scacchi fiorente, giovane e attivo; frequentato da giugno a settembre da italiani e stranieri; con due alberghi, con il cinema, con il barbiere, con tre discoteche(PicNic, Sagano e Tavernetta dell’hotel Alfiere); addirittura con l’oreficeria ! Un Lido in espansione, quindi. Un Lido con voglia di crescere sotto tutti gli aspetti ed in particolare sotto quello turistico. Oggi, 9 Ottobre 2015, trentaquattro anni dopo, com’è la situazione ? Ora abbiamo l’I.M.U., l’Area, la Chiesa, la farmacia, il mercato, 9/10 agenzie di affitti/vendite, via Alpi Centrali rifatta. Sono spariti, invece, i due alberghi, il cinema, il barbiere, le tre mini discoteche e l’oreficeria. Potrebbe sembrare un normale avvicendamento ciclico della vita. Potrebbe sembrare se non fosse accompagnato da un degrado totale di tutto quello che non è privato, partito molto ma molto prima del famigerato “patto di stabilità” a cui si tende dare ogni tipo di responsabilità. Un degrado che puoi toccare con mano prendendo in esame l’arredo urbano e le vie di comunicazione. Girando per le strade del Lido devi affrontare: “
marciapiedi” ondulati, sollevati, bucati, sventrati, lavorati, ostacolati da barriere di vario tipo, sia architettoniche (pali della luce) sia comportamentali (vedi parcheggi, selvaggi o imbecilli?; aghi di pini, specie protetta, ma chi protegge, ad es., l’anziano?; cacche di animali, ecc. ecc.); “
tombini” occlusi e forse mai manutenzionati; “
pali della luce” di ogni tipo, altezza, luce, ruggine, colore, dimensioni ecc. ecc. “
manti stradali” squarciati, rialzati, lisci, rigati, tacconati, antichi tanto da far temere che le Belle Arti li scambi per resti dell’antica Spina. Tutte situazioni che costringono l’anziano, il bambino, la mamma con la carrozzina, il disabile, il ciclista a muoversi al centro della strada per fare una passeggiata o per raggiungere il panificio, il giornalaio, un bar, la farmacia, l’ambulatorio, il mare ecc. ecc.. Marciapiedi e strade, quindi, indegni di una località balneare che ostenta la Bandiera Blu, ma più adatti a percorsi di allenamento per i militari in missione internazionale per la difesa dei diritti dell’uomo (come viene chiamata adesso la guerra !!!). Al degrado bisogna sommare il problema “ENORME” delle vie di comunicazione per arrivare ai Lidi, dove devi assolutamente essere un turista con la macchina in quanto non ci sono treni, aerei, autobus con orari per il turismo; In compenso abbiamo il ponte sulla Romea le cui problematiche esistevano anche nel 1976 e ci sono tuttora. Possibile che in 35 anni non si sia trovata una soluzione ? Possibile che in 35 anni solo un Sindaco, Giglio Zarattini, abbia messo questo PROBLEMA nel suo programma e tutto poi sia scomparso assieme a lui ? Senza macchina devi essere fisicamente perfetto, avere molto tempo a disposizione (mai sentito dire che il turismo è legato anche alle vie di comunicazione facili e veloci ?), avere nervi saldi e confidare nella buona sorte essendo il trasporto pubblico indecifrabile sia nella quantità che nella qualità. Questo naturalmente contrasta con il peso fiscale gravante sulle “seconde case” dei cosidetti “non residenti”: Irpef, IMU ed il duo “acqua e immondizie” più care.
Questo può anche starci , se il servizio fosse all’altezza dell’onere ! Il tutto è legato alla parola “non residente”: una invenzione giuridica per dare la possibilità all’ente locale, in questo caso al comune di Comacchio, di provvedere alle opere di urbanizzazione e relativa manutenzione conseguente ad un artificioso e limitato, nell’anno, aumento della popolazione per scopi turistici con tutto quello che ne consegue. Giusta come invenzione giuridica ma imperfetta in quanto non prevede nessuna garanzia al “non residente” di poter giudicare e/o intervenire sull’operato dell’amministratore, magari con un voto. Per dirla con semplicità: a livello di elezioni amministrative il “non residente”non vota nel Comune di non residenza, pur pagando le stesse tasse del residente…. ANZI DI PIU’ ! Il “doppio voto alle amministrative”, naturalmente abbinato ad un regolare pagamento delle doppie imposte, è difficile da attuare con le “obsolete” leggi italiane, per usare un aggettivo soft, ma non tanto “singolare” o “impossibile” se pensiamo al voto alle politiche degli Italiani residenti all’Estero….e questi addirittura non pagano tasse in Italia, non contribuiscono alla crescita del Paese. Obsolete ma che fanno precipitare il “non residente” a livello di SUDDITO, costretto a pagare in un medioevale silenzio i balzelli del tiranno di turno (vedi Sindaco) del Ducato (vedi Comune) di Comacchio. Io, ad esempio, sono cittadino italiano nel mio paese e mi trasformo in suddito quando arrivo a Lido Scacchi, alla faccia anche del continuo richiamo all’Unità d’Italia nel suo 150° anniversario o all’incalzante “europeismo” usato al pari di un prestigiatore: appare o scompare a seconda delle situazioni..
Proposta. Nell’impossibilità di votare “alle amministrative” in due territori diversi, nella volontà di non realizzare le “furbate all’italiana” (anche se legali) di diversificare la residenza fra i componenti familiari, nel rispetto del diritto di difendere la proprietà (art. 7 della Costituzione), mi faccio aiutare dalla storia anche se recente. La nostra sudditanza è iniziata prima con l’I.C.I. (1993) e poi con la chiusura (1996 ?) del Consorzio obbligatorio, come conseguenza dell’I.C.I. . Consorzio obbligatorio tanto contestato ma utile e democratico: UTILE perché provvedeva, con le risorse fra contributo comunale e quote sociali “obbligatorie”, al verde pubblico e ai marciapiedi ( anche se a macchia di leopardo) dei Lidi Scacchi-Pomposa,
quindi non solo di via Alpi Centrali (anzi, per la precisione, di circa 500 metri di via Alpi Centrali); DEMOCRATICO in quanto i Soci, anche se “non residenti”, potevano con il loro voto alle Assemblee Sociali confermare e/o cambiare il Presidente e Consiglieri, intervenendo quindi democraticamente e attivamente sulla politica realizzativa del Consorzio. Con la sua chiusura, invece, siamo precipitati: nelle beghe politiche comunali volte più a soddisfare chi ti vota che un progetto turistico; si è evidenziato che alcuni Lidi hanno un peso maggiore di altri sia nella realizzazione sia nella manutenzione di opere pubbliche; è emerso lo scarso peso politico di Comacchio negli equilibri politici provinciali e regionali. Per cui la proposta “a breve termine”, considerata l’impossibilità legale di votare per le “amministrative” in più territori, è quella di realizzare un federalismo litoraneo e cioè che in ogni Lido ci sia un Consorzio volontario “obbligatorio” con l’obiettivo di realizzare e manutenzionare marciapiedi, strade, verde pubblico oltre naturalmente all’animazione festereccia del suo microterritorio; magari anche aumentando, con il consenso dei “non residenti” attraverso un referendum”, l’aliquota I.M.U. che deve essere utilizzata nel territorio che la produce. Un proposta, quindi, per dare pienezza al
turismo residenziale, realizzato nel sua aspetto materiale ma solo a sprazzi coltivato anche sotto l’aspetto sociale, democratico e quindi partecipativo di tutti: residenti e non residenti. Giancarlo Sartori . 9.10.2015 -----------
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