Brescia, trauma cranico al passaggio a livello
Trauma causato dalla sbarra del passaggio a livello
PERCORRE IN BICI UNA STRADA DI CAMPAGNA E AL PASSAGGIO A LIVELLO GLI CADE ADDOSSO LA SBARRA, SPEDENDOLO ALL’OSPEDALE CON TRAUMA CRANICO E FACCIALE
L’assurda disavventura di un 82enne nel Bresciano lungo una linea della FerrovieNord
L’anziano ha presentato denuncia querela e si è rivolto a Studio3A per essere risarcito
Era appena uscito da casa con la sua bicicletta e percorreva una strada di campagna quando all’improvviso, giunto in prossimità di un passaggio a livello, gli è piombata sulla testa la barriera facendolo pure rovinare sull’asfalto e spedendolo per diversi giorni all’ospedale con svariati traumi, al capo soprattutto: è vivo per miracolo ma ancora oggi porta sul volto e dentro i segni di quella gran brutta esperienza.
Di “incidenti ferroviari” se ne contano di ogni genere, ma ha dell’incredibile quello di cui è rimasto vittima il 26 dicembre 2020, verso le 13, un tranquillo pensionato di 82 anni di Rodengo Saiano, nel Bresciano. L’anziano, come faceva spesso per tenersi attivo, e approfittando della bella giornata, stava pedalando con la sua bici in via Castegnato in direzione nord, e si apprestava ad attraversare il passaggio a livello sulla linea Brescia-Iseo-Edolo gestita da FerrovieNord, con servizio passeggeri effettuato da Trenord.
Le luci rosse non erano accese né erano in funzione dispositivi sonori: del resto, orari alla mano, in quel tratto tra le 13 e le 13.20 non sarebbe previsto il passaggio di convogli. Il ciclista dunque ha proseguito la sua marcia per superare i binari, ma prima di arrivarci la sbarra è crollata di colpo piovendogli giusto addosso, colpendolo sulla spalla destra, al casco - una fortuna che lo portasse - e alla base posteriore del collo e facendolo cadere malamente sull’asfalto, dove ha sbattuto la faccia e la parte destra del capo.
Da quel momento i ricordi del malcapitato si fermano fino all’arrivo dei soccorsi: il colpo è stato così violento da fargli perdere conoscenza. E’ rimasto esanime a terra, in una pozza di sangue, fortunatamente al di fuori della linea ferrata, per parecchi minuti, finché il macchinista di un treno passato successivamente lo ha notato e ha dato l’allarme. Sono accorsi in ambulanza i sanitari che, dopo averlo stabilizzato, alle 14.08 lo hanno condotto al Pronto Soccorso dell’istituto Clinico San Rocco di Ome, dove, dopo la Tac, gli hanno diagnosticato “contusione cranio facciale con ferite multiple da scoppio e lieve emorragia subaracnoidea temporale destra”, trasferendolo subito nel reparto di Neurologia dell’Istituto Clinico “Città di Brescia”.
Qui l’anziano è stato attentamente monitorato e curato per una settimana per il trauma cranico e la soffusione emorragica, ma anche per le svariate altre lesioni subite: trauma contusivo con edema della regione orbitale destra, vasta ferita nella regione zigomatico-temporale e in quella parietale destra, ferita lacero contusa all’emifronte di destra. Il suo volto era una maschera e porta ancora evidenti cicatrici. L’anziano è stato dimesso il 2 gennaio con diagnosi: “emorragia post-traumatica e sospetto di Componente Monoclonale in regione gamma” ed è tuttora in cura perché ha cominciato a soffrire di continui capogiri, legati evidentemente alle violente botte al capo.
In loco sono intervenuti anche i carabinieri di Gussago che hanno effettuato tutti i rilievi, con annessa documentazione fotografica, sollecitando l’immediato ripristino della barriera, poi riparata, e che nei giorni seguenti hanno anche sentito a sommarie informazioni l’anziano, trattandosi di un sinistro in generale allarmante. L’ottantaduenne, dal canto suo, una volta (per fortuna) ripresosi, per essere assistito, capire cosa sia successo ed essere risarcito per tutti i danni fisici patiti, attraverso la consulente legale dott.ssa Sara Donati si è affidato a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e in seguito ha anche sporto denuncia querela per l’ipotesi di reato di lesioni colpose presso la stessa caserma dell’arma del suo comune mettendo nero su bianco tutti gli accadimenti di quel “Santo Stefano” da dimenticare e chiedendo all’Autorità giudiziaria di accertare i fatti e le responsabilità perseguendo i responsabili.
Studio3A nel frattempo ha acquisito tutta la documentazione medica del proprio assistito e, in questi giorni, anche il verbale d'intervento con le foto scattate nell’immediatezza dai militari. I quali non sono riusciti a chiarire con certezza in che posizione si trovasse la sbarra al momento della caduta, ma il dispositivo di supporto-guida della barriera era chiaramente in posizione aperta: in ogni caso, anche ammesso che si stesse abbassando, l’urto con un ciclista non può essere sufficiente a scardinare la barriera di un passaggio a livello, che è (o dovrebbe essere) ben vincolata, sotto e sopra, e che quindi non può ruotare nel supporto. Con ogni probabilità si è proprio sfilato il perno di sostegno: non a caso è stata rivenuta per terra la guarnizione bullone che sosteneva l’asse. Dunque, o un errore di montaggio o, più probabilmente, un deterioramento del meccanismo dovuto a cattiva o mancata manutenzione. Studio3A ha dunque già chiesto le coperture assicurative all’ente gestore della linea ferroviaria in questione per ottenere un congruo risarcimento per il proprio assistito, che è deciso ad andare fino in fondo non solo per se stesso ma anche per una questione di sicurezza pubblica, nella speranza, cioè, che in seguito all’incidente patito, FerrovieNord verifichi lo stato di tutti i passaggi a livello della tratta per evitare il ripetersi di altri inattesi e rovinosi crolli.