Cocquio Trevisago, Centrella risponde ad Antonelli
Gentile Presidente Antonelli, ho letto con attenzione la sua lettera aperta indirizzata a noi Sindaci della Provincia di Varese di ieri, e con il rispetto politico ed amministrativo che la carica da lei ricoperta mi spinge ad avere.
Dall’11 Marzo 2020, giorno in cui (dopo il primo caso dichiarato in Italia) l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiara lo stato di “pandemia” della patologia virale da Covid19, le varie Nazioni inclusa l’Italia hanno subito mostrato estreme criticità nella gestione dei soggetti positivi al virus e nell’isolamento dei malati e dei loro parenti. Questo si è verificato anche nella provincia di Varese, dove si è creato un forte squilibrio tra la velocità di diffusione del virus e la gestione dei pazienti infetti sul nostro territorio; la difficoltà riscontrata nella comunicazione con ATS Insubria ha spinto molti Comuni (anche il mio) a mettere in campo regole molto restrittive, in quanto non era possibile conoscere e quantificare i possibili soggetti contagiosi, se non con informazioni che forniva ATS, ma con ritardo di giorni. Mentre tali regole sono state definite “folkloristiche” da alcuni sindaci che pavoneggiano un’agevole e chiara gestione territoriale, numerosi altri sindaci hanno invece denunciato una scarsa presenza territoriale di ATS in supporto ai comuni: sono ben sessantadue infatti i sindaci del Varesotto che hanno scritto al governatore della Regione Lombardia per avere chiarimenti e risposte. Non posso nasconderle che mi è dispiaciuto, Sig. Presidente Antonelli, che, in rappresentanza della Provincia e di tutti i Comuni, Lei non ci abbia fatto sentire la sua voce a tutela e sostegno dei sindaci firmatari e di tutti i cittadini.
In data 6 Aprile 2020 i Presidenti degli Ordini dei Medici e Odontoiatri di tutte le provincie lombarde (tra le quali Varese) hanno scritto una lettera al Governatore Fontana segnalando, con spirito collaborativo, le carenze della regione Lombardia nella gestione dell’emergenza sanitaria ed esprimendo la necessità di esecuzione di test immunologici prima della ripresa del lavoro, per evitare il rischio di nuovi contagi; anche in tale occasione Lei, Sig. Presidente, che rappresenta tutti i comuni della provincia, non ha preso una posizione, come vedo invece si accinge a fare oggi.
Purtroppo Sig. Presidente, come ormai è noto, la diffusione e il contagio del virus Covid 19 sono estremamente rapidi, e in realtà ancora poco si sa sulla capacità immunizzante del sistema anticorpale: la patologia non è solo respiratoria, ma multiorgano, per cui vi è la necessità di una precoce terapia domiciliare (e non solo in caso di insufficienza respiratoria). Non entro nel merito di problematiche sanitarie del trattamento domiciliare dei pazienti Covid e sospetti Covid, né del supporto che ATS ha garantito o meno nel nostro territorio, così come delle indagini epidemiologiche effettuate, dei tamponi dei soggetti sintomatici e del supporto ai medici di Medicina Generale. Entro però nel merito, come medico e come Sindaco, della campagna di screening che il mio comune ha effettuato. Ciò per evitare fraintendimenti interpretativi e opinioni diverse in base al colore politico dei Sindaci: perché vede, Presidente Antonelli, l’unico vero atteggiamento democratico lo ha avuto il Coronavirus, che ha colpito tutti, destra e sinistra, ricchi e poveri, giovani e anziani. Premesso che lo screening anticorpale sierologico non serve a dare il “patentino di immunità” al singolo soggetto, ma è utile per avere una visione ad ampio raggio della contagiosità della popolazione, non è mio compito mettere in evidenza i possibili requisiti di un test, per esempio quello testato al Policlinico San Matteo, di dichiarata altissima sensibilità e specificità (ma del quale non è ancora a mia disposizione la scheda tecnica), e delle ripercussioni su incompatibilità per royalty degli sperimentatori e dei ricorsi di altre aziende per l’affidamento diretto di regione Lombardia.
Mio compito però è rassicurare Lei sulla regolarità dei test effettuati nel nostro Comune. Lo screening è stato effettuato con test quantitativi IGG e IGM (Kit tedesco Euroimmun) e IGG/IGA (Kit Diapro) con metodo ELISA. I Kit utilizzati sono certificati CE e IVG (dispositivi diagnostici in Vitro), certificati in Europa ed utilizzati in molti Paesi e regioni italiane (Veneto, Emilia, Toscana, Lazio). Ciò per chiarire i dubbi riportati sulla specificità e sensibilità di tali test, che viene certificata con un’attendibilità del 95%. L’utilizzo del sistema quantitativo (nel caso di Cocquio Trevisago effettuato con tecnica ELISA) permette inoltre di dosare la quantità di immunoglobuline e dividere i soggetti in 3 grosse famiglie: 1) Soggetti mai venuti in contatto con il virus 2) Soggetti contagiosi asintomatici 3) Soggetti già protetti con anticorpi Lo studio è supportato da ricercatori del CNR di Roma e dell’Università di Genova, in collaborazione con i Comuni aderenti (Comune di Robbio e limitrofi), per un totale di 15.000 casi, che si riveleranno assai utili a fini scientifici e che potranno essere in ausilio alle diverse fasi di ripresa dell’attività lavorativa che i cittadini del nostro territorio si apprestano ad affrontare. Perché questo è il punto: è in atto una pandemia virale, ci apprestiamo alla “fase 2”, e non abbiamo ancora un’idea precisa e reale di quanti soggetti sono realmente contagiosi o immunizzati.
Lo scopo dello screening epidemiologico è quello di contribuire a identificare meglio i cittadini che possono, in fase asintomatica, essere contagiosi per famigliari e colleghi di lavoro. Indipendentemente dalla differenza delle difese immunitarie individuali, non siamo cittadini diversi da quelli di altre regioni, come Veneto, Toscana ed Emilia che, con largo anticipo rispetto dell’avvio della “fase 2”, hanno iniziato una campagna di screening. Peraltro, in merito alle sue preoccupazioni sull’eventuale inaffidabilità di alcuni test utilizzati nella nostra nazione, mi permetto di sottolineare che il Comitato Tecnico Scientifico e il Ministero della Salute hanno identificato le piattaforme che dovranno essere utilizzate per l’esecuzione ed il processamento dei test sierologici, ossia con sistemi Clia e/o Elisa, esattamente quelli utilizzati a Cocquio Trevisago. La nostra azione di screening, fortemente voluta dal Centro Operativo Comunale e dalla Giunta, è altresì supportata dalle dichiarazioni del Ministro della Salute Roberto Speranza: “I pazienti vanno trattati il più presto possibile sul territorio, prima che si instauri la malattia vera e propria, ossia la polmonite interstiziale bilaterale, che quasi sempre porta il paziente in rianimazione”.
Sono convinto infatti che il trattamento precoce dei soggetti ancora asintomatici, che selezioneremo con i dati del 1100 soggetti coinvolti nello screening, possa permettere una garanzia di tutela dello stato di salute dei miei cittadini, anche in linea con l’Articolo 32 della nostra costituzione: “La repubblica tutela la salute come fondamentale Diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Su tale principio e senza altri fini abbiamo operato nell’interesse dei nostri cittadini. Laddove lei sostiene che le decisioni in tema di tamponi e screening siano questioni che vadano risolte “unitariamente e uniformemente”, mi sarei aspettato che usasse anche il termine “rapidamente”, dal momento che, se è vero (come è vero) che siamo tutti sulla stessa barca, la barca non deve essere frenata, ma deve anzi accelerare per contrastare la contagiosità di questo nuovo ed imprevedibile virus.
La nostra quindi è sì una “fuga in avanti”, come da lei espresso, ma il nostro senso di fuga è inteso come corsa, corsa contro il tempo, non certo come un atto di chi scappa. Sono contento che anche ATS Insubria, dopo che in un primo periodo è arrivato a diffidare la nostra azione, abbia ora deciso di collaborare, e mi auguro voglia prendere in esame i risultati dei test. Sarebbe auspicabile che chi svolge ruoli chiave in questo momento di grave emergenza guardasse sempre avanti, per esempio alle nazioni europee e alle regioni italiane che scientificamente, e con una strategia vincente, hanno già effettuato campagne di screening epidemiologici, preparando adeguatamente i cittadini alla fase di riapertura.
Desidero infine precisare che ho finora attivato tutto quanto di meglio mi si prospettava per contrastare l’epidemia; questo non significa che qualora si presentassero nuove e migliori opportunità io mi ritrarrei. Anzi: sarò quanto mai interessato, in quanto è mio fermo intento utilizzare tutti i mezzi che la scienza medica, attraverso lo Stato, la Regione, ATS sarà in grado di offrire. Sono quindi più che disposto ad agire insieme, ma agiamo in fretta, a tutela delle nostre famiglie e delle nostre comunità. Dobbiamo imparare da chi è stato più veloce e capace di noi, ed essere più rapidi della diffusione virale. Perché se alla popolazione è richiesto isolamento, alle amministrazioni è richiesta velocità e determinazione, ora più che mai. Con la stima che ho sempre riservato alla sua posizione politica e personale, le auguro un proseguimento del suo mandato ricco di soddisfazioni, sempre in rappresentanza di tutti i cittadini della nostra provincia.
Dott. Danilo Centrella