Coronavirus e pandemic bonds
CORONA VIRUS e PANDEMIC BONDS
CORONA VIRUS e PANDEMIC BONDS
Relazione Analitica Classificazione Riservata Prot. HS Level 6 Em/Sa
dal 28 Gennaio 2020 al 16 Marzo 2020 con riserva.
Era il 2017 quando “furono emessi dalla Banca Mondiale e dalla Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo nel 2017 con un tasso di ritorno dell’11% in collaborazione con l’Organizzazione mondiale per la Salute, nell’ambito di un Pandemic Emergency Financial Facility”, dei bond pari a 200 M $ puntando su di un’ipotetica pandemia da Coronavirus.
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I pandemic bonds furono modellati sullo scenario più plausibile di un Coronavirus patogeno proveniente dalla Cina.
I criteri per far scattare l’esborso, insomma, per vincere la scommessa, furono che la pandemia dovesse durare per oltre 12 settimane in più di un paese a partire dal 2020 e non oltre il 2022.
Inizialmente questo strumento era stato creato come reservoir per aiutare le popolazioni colpite da un’epidemia, ad esempio come quella dell’ebola (2013-16), ma certi soggetti noti di seguito denominati Mister X, numeri uno della finanza creativa, ebbero un’illuminazione e pensarono che uno scenario come quello prospettato, impegnandosi un po’, poteva essere creato artificialmente, consentendo loro d’intascare i proventi della scommessa alla data stabilita.
E, allora, questi signori si misero a tavolino e crearono una road map a lungo termine.
Il primo obiettivo era trovare dei Coronavirus, è facile capire perché dei Coronavirus, necessariamente nuovi, insieme ad un laboratorio dove si coltivassero e quel laboratorio doveva essere possibilmente cinese, il perché è facilmente intuibile, come si evince da questo stralcio di una recente intervista.
Ne identificarono uno idoneo a Wuhan (Cina), un laboratorio nuovo di zecca altamente tecnologico che era punto di riferimento per l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ci si organizzò come si deve e si rubò un po’ di provette.
Però è necessario ricordare…..
Fu un gioco da ragazzi, visto che tecnici sottopagati e desiderosi di un’altra opportunità se ne trovano ad ogni angolo di laboratorio.
Il furto, però, non passò inosservato e chi gestiva il laboratorio, temendo e forse presumendo il peggio, chiamò 300 militari americani esperti di bioterrorismo.
Immediatamente si organizzò anche un summit che comprendeva, tra gli altri partecipanti, membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Addirittura chiamarono anche Bill Gates e tutti insieme costoro fecero simulazioni a tavolino riguardanti la diffusione e l’espansione dell’epidemia dalla Cina al mondo intero e, con queste, le possibili misure di contenimento, un specie di risiko.
A fine autunno (2019) scattò il momento.
Il secondo obiettivo, passo indispensabile per la riuscita del progetto, era diffondere il virus.
Da dove?
Si fecero varie ipotesi.
L’ideale risultò essere un luogo molto frequentato, un luogo insospettabile, che desse l’impressione di essere il naturale punto di partenza del viaggio che il virus doveva intraprendere.
Il mercato del pesce di Wuhan sembrò idoneo.
Non c’era nemmeno da trasportare le provette troppo lontano perché era tutto a due passi di distanza.
Bastò travasare il liquido in uno spray per profumo e con nonchalance, passando tra i banchi del mercato, si schizzò qua e là il contenuto.
Chi acquistava il pesce non sapeva che nella spesa c’era un valore aggiunto.
Di lì a pochi giorni cominciarono ad ammalarsi in molti.
I primi epidemiologi individuarono in fretta l’origine del contagio.
Si chiuse il mercato, ma, ahimè, i buoi, stavolta sotto forma di pesci morti, erano già fuggiti.
I virologi cominciarono a dare interpretazioni con voli pindarci all’evento che non capivano.
Ciò che accadde in-vivo fu che il virus attaccava soprattutto i vecchi (non i bambini): quelli che già erano indeboliti da tutt’altre patologie.
Cielo!
Che bell’effetto secondario!
Si poteva sperare di eliminare un po’ di vecchietti, fastidiosi (parassiti) che non producevano reddito e che costavano al servizio sociale sia come cure sanitarie sia come pensione.
Un bel risparmio!
Fin qui nonostante abbia cercato di analizzare con chiarezza estrema e semplicità i fatti, penserete un piano diabolico, sii lo è stato e non è finito.
In tutto ciò non dobbiamo dimenticare che c’era il bonus di un secondo effetto ancora più interessante, quale è semplice, seguire i soldi sempre, ragionando sugli effetti.
Quale era il secondo effetto?
Quello economico, già ampiamente previsto ed alla base di ogni guerra, guerra che oggigiorno, non si fa più a tiro diretto, ma in modo direi più subdolo.
Molte attività furono chiuse per giorni, per settimane, da parte delle autorità di governo su indicazione di quelle sanitarie per evitare lo spargersi dell’epidemia, e così si costrinsero alcune attività commerciali a chiudere i battenti.
I nostri Mister X si precipitarono a comprarle in cambio di una miseria, con operazioni di speculazioni e joy venture fantasiose.
Terzo step e non ultimo:
portare l’epidemia in paesi confinanti e farla durare per almeno 12 settimane, che quello era condizione sine qua non per vincere la scommessa.
Non era un problema insormontabile perché la mole di viaggi fra paese e paese porta ogni giorno centinaia di persone dalla Cina in altri paesi come Giappone, Corea del Sud, Europa ed America.
Poi, se proprio non si vedeva l’effetto sperato, si poteva intervenire ancora direttamente con uno spruzzo qua ed uno là.
È banale, secondo voi?
La semplicità è sempre una chiave di volta, si prende un piccolo bar di campagna dove i vecchietti si riuniscono a giocare a carte.
Una spruzzatina e il seguito è come da copione.
Contando sull’ impreparazione dei politici dei paesi, si perché un altro dei piani dei Mister X è dare ai singoli paesi dei governanti ingenui capaci di adoperarsi più per pararsi il ricco e delicato posteriore di quanto non sia fare gli interessi della gente che li paga per questo, si chiusero a raffica le attività commerciali e sociali, ovviamente per limitare il contagio.
E così si è data una bella scrollata all’economia: una manna per chi stava in agguato, già preparato, scommessa giocata alla mano e acquolina in bocca.
Ancora di più, le attività che non reggeranno alle mancate entrate e quelle più appetitose verranno comprate a prezzo di svendita.
I nostri Mister X si riuniranno e si complimenteranno reciprocamente del lavoro svolto, tutto sommato, con poca fatica.
Commenteranno con commozione che il loro era stato anche un lavoro etico perché si era estirpata dalla società una parte di popolazione che incideva negativamente sia sul sistema sanitario sia sull’economia in generale: una sorta di taglio chirurgico selettivo.
Un’indispensabile pulizia.
Un Hitler rivisitato e con molta più classe.
Tornando ad oggi, resterà solo da aspettare che passino le 12 settimane e un giorno, così che il gioco sarà fatto, tutto nei termini del bond emesso.
Ma i nostri Mister X hanno una fantasia fertile e già nel 2017 hanno lavorato sugli altri pandemic bond, non ce lo dobbiamo dimenticare.
Assieme alle compagnie assicurative come ad esempio la Swiss Re Capital Market e la Matterhorn Re, hanno piazzato un “bond catastrofe” da 225 milioni $ per il 2020-2022, uno per un ciclone e l’altro per un evento molto mortale nel Regno Unito, in Canada e in Australia.
Con i cambiamenti climatici un ciclone nell’arco di due anni sarebbe molto probabile, ma per un evento mortale in Inghilterra, in Canada o in Australia ci si potrebbe anche attrezzare.?
Quindi a cosa penseranno, a far saltare in aria qualche Santa Barbara locale o, vedi mai, un deragliamento di un treno superveloce.?
Un’altra mucca pazza non potrà più essere credibile né lo potrà essere un’epidemia da virus.
Darebbero troppo nell’occhio.
“Come diceva Angelo Musco, il comico catanese di tanti decenni fa, tutti possono essere cretini, ma non si può chiedere di esagerare.”
Una mini-guerra, allora?
O materie prime in qualche modo avvelenate?
Sicuramente ci stanno ragionando e chiederanno a” qualcuno” di dare una mano.
Nel frattempo, i servizi segreti dormiranno il sonno dei giusti, oppure proteggeranno i popoli, vittime di questi speculatori.?
EP