Il Popolo della Famiglia contro il DDL Zan
Un DDL inutile e lesivo della libertà di espressione.
Riceviamo e pubblichiamo
IL POPOLO DELLA FAMIGLIA LOMBARDIA – Andrea Cavenaghi e Massimo Dal Passo
Il Popolo della Famiglia unisce la propria voce a quella di tutti coloro che con coraggio e tenacia si oppongono al DDL Zan.
Ieri 13 luglio il discusso e contrastato DDL Zan è approdato in Senato per completare il proprio iter parlamentare.
Innanzitutto ci rammarichiamo che in prima battuta sono state respinte con 136 voti contro, 124 voti a favore e 4 astenuti le questioni pregiudiziali di incostituzionalità del testo presentata da Lega e Forza Italia. Questo avrebbe riportato il Disegno di Legge in Commissione Giustizia provocando un ulteriore slittamento delle decisioni che avrebbe dato la possibilità a chi si oppone al DDL di informare maggiormente riguardo i notevoli rischi che un tale testo apporta alla nostra società a partire dall’Art. 1 che pretende di ridefinire il genere delle persone.
Tra gli altri articoli molto discussi ci sono l’art. 4, che vuole ridefinire il concetto di libertà di opinione sovrapponendosi a ciò che già la Costituzione definisce in modo chiaro e inequivocabile e l’art. 7 che apre le porte all’inserimento nelle scuole dell’ideologia di genere (gender).
Riteniamo che un tale Disegno di legge risulti inequivocabilmente di matrice stalinista e illiberale.
Il no al testo non deve essere assolutamente interpretato all’interno di uno scontro tra cattolici e laici, come a qualcuno piacerebbe far credere. La Fede infatti, per chi ce l'ha, è sostegno alla battaglia, non ragione della battaglia: infatti il terreno di discussione si gioca a livello della ragionevolezza e della valorizzazione dell’impianto ideale della legislazione italiana.
A supporto di questo constatiamo favorevolmente le molte voci di contrarietà che si sono alzate in questo ultimo periodo, dal mondo delle femministe, da Platinette e da una serie di esponenti autorevoli della sinistra storica italiana come l'On. Rizzo del partito comunista.
Le ragioni a supporto della battaglia contro il DDL Zan attingono alla nostra Costituzione, all’idea irrinunciabile per uno Stato democratico di libertà e alla ragionevolezza che riguarda tutti i cittadini credenti e non credenti.
Ci auspichiamo fortemente che nel proseguo della discussione in Senato, il DDL venga definitivamente affossato così come successe negli scorsi anni al similare DDL Scalfarotto.