Le carceri italiane stanno scoppiando

Le carceri italiane stanno scoppiando

A San Vittore i detenuti hanno occupato i tetti per ore, a Modena sono saliti a 7 i morti mentre a Foggia continua la caccia agli evasi. Le rivolte ormai riguardano quasi tutto il sistema carcerario italiano dove i detenuti non accettano le nuove disposizioni per contenere il contagio da coronavirus limitando i colloqui con i familiari.

Oggi ci sono stati disordini in ventidue istituti di pena da nord a sud, da Modena, Pavia, San Vittore, Milano, Reggio Emilia,Ferrara fino all'Ucciardone di Palermo e a Foggia dove sono evasi una trentina di detenuti e la caccia per riprenderli è ancora in corso.

Il sovraffollamento ormai insopportabile al quale si sono aggiunte in questi giorni di emergenza le restrizioni dei colloqui hanno riscaldato gli animi trasformando gli istituti di pena in teatro di tafferugli, proteste e rivolte.

Nel carcere di San Vittore la tregua è stata raggiunta dopo una lunghissima trattativa tra i detenuti della “nave” (reparto dedicato a detenuti con problemi di dipendenza e orientati al recupero) saliti sul tetto e due pm, mentre continuavano le urla “libertà” dall’interno del penitenziario e uno sparuto gruppo di antagonisti protestava all'esterno con slogan come "tutti fuori dalle galere, dentro nessuno, solo macerie”.

 

 

 

A Modena c’è stata la situazione più esplosiva con sette detenuti morti e il trasferimento in altre carceri di 80 ospiti su 530 totali che ha consentito il ritorno alla normalità. Restano ancora da trasferire oltre 200 detenuti in altre strutture, operazione non facile per la grande fatica a reperire posti. La Procura di Modena ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti, in attesa dell'autopsia per confermare se la causa dei decessi sia l'abuso dei farmaci rubati nell’infermeria.

Il carcere Ucciardone di Palermo è stato blindato e tutte le vie di accesso chiuse al traffico con presidi di controllo della polizia di stato mentre all’interno si alzavano grida di protesta e all’esterno gruppi di familiari comunicavano urlando con i detenuti rinchiusi.

Alcuni detenuti avrebbero anche tentato, senza successo, improbabili fughe scavalcando una prima recinzione in ferro che precede le antiche mura di recinzione.

Ad Augusta i detenuti, nella serata di ieri, hanno protestato contro le nuove misure restrittive battendo le sbarre delle proprie celle, ma la situazione è rimasta sotto controllo.

A Foggia la situazione è rientrata nella quasi normalità dopo la protesta nella mattinata con evasione di una cinquantina di detenuti dei quali 36 sono già stati arrestati nei dintorni.

I rivoltosi avrebbero devastato due reparti del penitenziario, infranto vetrate, messo a sottosopra i reparti e appiccato un incendio nella stanza di informatica. 

Ci sono state proteste anche a Roma nei penitenziari di Regina Coeli e di Rebibbia con i parenti che hanno bloccato via Tiburtina, la via principale che porta al carcere. 

A Torino, a Santa Maria Capua Vetere e a Prato ci sono state proteste ed è stata avviata una trattativa fra i detenuti in rivolta, da una parte, e i vertici dei penitenziari e la polizia, dall'altra, per far rientrare le proteste divampate in giornata e, nonostante momenti di tensione e qualche atto vandalico, tutto sembra essere rientrato. 

A Rieti una quindicina di detenuti sono saliti sul tetto per manifestare contro le nuove misure restrittive e qualcuno ha dato fuoco a carta e materassi, facendo innalzare una densa colonna di fumo nero visibile anche a grande distanza dalla struttura. Fiamme e fumo sono divampati anche da una torretta di guardia, posta sulla parte opposta rispetto a quella dove e' divampata la sommossa. Sul posto sono intervenuti carabinieri, polizia e guardia di finanza, che hanno fatto irruzione all'interno del carcere in assetto antisommossa, mentre un elicottero dei carabinieri forestali vola a bassa quota, monitorando dall'alto l'evolversi della protesta.

Il ministro delle giustizia Alfonso Bonafede ha promesso di mantenere un dialogo costante con le parti interessate (detenuti e lavoratore) anche se ha chiarito “che ogni protesta attraverso la violenza e' solo da condannare e non porterà ad alcun buon risultato". 

Da parte sua il garante dei detenuti sostiene la necessità di mettere in campo "misure straordinarie" per "alleggerire le situazioni di sovraffollamento".

Da più parti, inoltre e sull’onda delle proteste di questi giorni, si chiedono interventi immediati come quelli suggeriti dal giallorosso Paolo Cento come "l'apertura delle celle in fasce orarie più lunghe, l'immediata sanificazione delle strutture penitenziarie e il trasferimento agli arresti domiciliari di quanti più detenuti possibile in relazione ai reati di minor allarme sociale".