Le proposte di Agnelli (Confimi Industria) per la ripartenza: “Si agisca in deroga all’UE e alla burocrazia italiana”
Roma, 4 maggio 2020 - “Se non si decide a operare in deroga, eliminando ogni sorta di ostacolo al lavoro e alle attività produttive non ci sarà ripartenza. Se ci si ostinerà a non guardare in faccia il pericolo che sta vivendo il sistema economico, passeremo da una fase di emergenza a una di collasso”. Sono amare le parole del presidente di Confimi Industria Paolo Agnelli il giorno in cui il paese inizierà a tornare per le strade.
“È sempre più evidente che servano interventi straordinari, ma concreti e tangibili. Che si deroghi alla burocrazia e si usi il modello Genova per le opere pubbliche, nominando commissari per operare in velocità” chiede Agnelli suggerendo come rimettere in moto l’economia. “La sicurezza in questa fase è importante, importantissimo, ma piuttosto che ingessare l’economia lasciateci lavorare, le imprese e i lavoratori hanno ricevuto e recepito i protocolli si proceda quindi con autocertificazioni e controlli ex post”.
In termini di competitività e di mercati il presidente del manifatturiero italiano ha poi le idee chiare: “Per le aziende che esportano ci sia una riduzione delle tasse sull’energia e sul lavoro o il prezzo non competitivo sarà ora più che mai un discrimine sulla quota export tagliandoci fuori dai mercati internazionali” sottolinea Agnelli e continua “È inoltre diventato fondamentale proteggere la nostra produzione introducendo dazi europei su tutti quei prodotti venduti in dumping da paesi che, per farlo, non rispettano i propri lavoratori e l’ambiente”.
Un’attenzione al “Made in Italy” che Agnelli pretende sia valorizzata anche all’interno dei confini nazionali “Occorre una potente campagna di valorizzazione dei nostri prodotti, delle nostre eccellenze, tutti noi dobbiamo tornare a comprare italiano”.
“Si tratta di azioni fondamentali per la ripartenza che però non incontrano il favore dell’Europa - fa notare Agnelli in chiusura - ma è ora che la politica decida da che parte stare, con l’Italia o con l’Ue”.