Legnano: arrestato “ciccio” l’albanese
E’ un albanese di 33 anni soprannominato “ciccio”, ufficialmente commerciante di auto, che gestiva una organizzatissima rete di vendita nel basso varesotto.
E’ un albanese di 33 anni soprannominato “ciccio”, ufficialmente commerciante di auto, che gestiva una organizzatissima rete di vendita nel basso varesotto.
Le indagini erano partite dall’arresto, nello scorso mese di marzo, da parte degli investigatori del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio di un italiano residente a Castano Primo, incensurato, con 15 chili di cocaina nascosti in un vano ricavato sotto il suo Range Rover.
Nel nascondiglio dell’auto con cui l’uomo stava rientrando a casa con moglie e figlio c’erano 15 chili di cocaina, risultata pura al 90%, confezionata in 14 panetti.
I poliziotti di Busto e il Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Flavia Salvatore che ha coordinato le indagini hanno intuito che l'Italiano era solo una ruota dell’ingranaggio, un semplice corriere dipendente da un pesce più grosso.
Le indagini successive hanno portato ad individuare il gradino superiore dell’organizzazione, un albanese di 33 anni (KG) residente a Legnano, con regolare permesso di soggiorno, conosciuto come “Ciccio”, per la sua corporatura, che esercitava il commercio di autovetture.
L’albanese era il vero destinatario della cocaina sequestrata a marzo e che avrebbe dovuto essere commercializzata nel basso varesotto e nell’alto milanese.
Lui aveva fornito all’italiano i contatti in Belgio per il ritiro della partita, lui aveva fornito l’auto per il trasporto, lui aveva liquidato il compenso al “corriere” e, dopo il suo arresto di marzo, gli aveva pagato anche l’avvocato, pilotando l’attività difensiva.
“Ciccio”, che come copertura si occupava della vendita di autovetture usate, era il vero protagonista dell’attività che partiva dall’importazione della droga e proseguiva con l’organizzazione di una rete di piccoli spacciatori stipendiati mensilmente e a cui forniva buoni premio in cellulari, auto e appartamenti.
L’albanese pretendeva che lavorassero per lui in esclusiva, nelle zone che lui assegnava e versassero a lui integralmente tutti gli incassi.
Quando qualcuno dei suoi preziosi collaboratori si “bruciava” perché messo sotto controllo o denunciato, lui lo allontanava, a volte costringendolo anche al rimpatrio in Albania, e lo sostituiva con un nuovo collaboratore che entrava nell’organico dopo un breve tirocinio
Il malvivente gestiva la sua fiorente attività di spaccio senza guardare in faccia nessuno, con azioni di forza e anche con colpi bassi come quando, la scorsa estate, ha fatto una telefonata anonima che ha consentito alle Volanti della Questura di Milano di localizzare e arrestare uno spacciatore marocchino che trasportava un’arma e mezzo chilo di eroina.
Gli Agenti del Commissariato hanno eseguito l’Ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di K.G., arrestandolo nella sua abitazione e conducendolo in carcere e in contemporanea hanno eseguito cinque perquisizioni domiciliari presso un italiano, tre albanesi e una romena sequestrando 13 mila euro in contanti.