Lettera aperta al personale di Polizia Penitenziaria

Lettera aperta al personale di Polizia Penitenziaria

Non so neanche come iniziare il testo di questa lettera….sono troppe e tristi le cose che vorrei raccontare…oramai le chat, i social e i mass media hanno raccontato tutto…peccato che come al solito si sono dimenticati di raccontare di NOI, degli uomini e delle donne della POLIZIA PENITENZIARIA.

L’assalto alla notizia è stato piu’ importante rispetto a chi ne ha fatto parte o, per meglio dire, è emersa solo la componente relativa alle persone ristrette e tralasciata chi è intervenuto a salvaguardare l’istituzione. E’ proprio vero…siamo un paese fatto all’incontrario…. Non voglio entrare nel merito della questione politica perché non è mio compito, ma e’ mio dovere difendere i miei colleghi della Polizia Penitenziaria, ogni qualvolta vengono bistrattati, ignorati proprio da chi dovrebbe tutelarne l’immagine e la professionalità.

In questi giorni ho assistito ad eventi giornalistici e dell’Amministrazione Penitenziaria dove a farla da padrona è stata la popolazione detenuta, ove la problematica del sistema penitenziario è da imputare principalmente al sovraffollamento, alle carenze strutturali dei penitenziari italiani ecc. e, magari in parte, hanno anche ragione queste persone che parlano di carcere pur non conoscendone realmente il contesto. Come in tutte le cose, se non ci si ha a che fare direttamente, non si possono comprendere fino in fondo ed è presunzione pensare di esserne il protagonista. Il problema maggiore è che qui in molti ancora non hanno capito proprio nulla!!!! L’unica cosa che è emersa in questi giorni di difficoltà, sia per la gestione del Covid-19, che per il contenimento delle rivolte negli istituti penitenziari Lombardi e di tutta Italia, è che gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria hanno un senso di responsabilità e uno spirito di Corpo che va ben oltre ai compiti a loro deputati.

Basti pensare a come il personale di Polizia Penitenziaria del Carcere di Cremona, di Opera, Pavia e San Vittore, del Nucleo Provinciale di Milano, solo per citarne alcuni, hanno gestito e, stanno gestendo gli eventi di questi giorni, lavorando senza sosta e privi di mezzi appropriati per governare la situazione. Ci definiscono come un Corpo “POVERO”, di secondo ordine, addirittura piu’ di qualcuno ci chiama ancora “SECONDINI” e “GUARDIE CARCERARIE”, ma è proprio vero tra poveri ci si aiuta di piu’ e la dimostrazione di cio’ che è accaduto in questi giorni ne è la prova tangente. Anche le altre Forze dell’ordine che sono intervenute in ausilio si sono rese conto di come senza uomini e mezzi siamo in grado di operare e la loro riconoscenza è emersa in molti post nei social come molti hanno visualizzato. Siamo ancora figli di un Dio minore, ma abbiamo dimostrato e stiamo dimostrando come si opera all’interno degli istituti penitenziari con forza, spirito, legalità e tanta abnegazione. Grazie a tutto il personale della Polizia Penitenziaria degli istituti penitenziari della Lombardia e di tutta Italia. TUTTO ANDRA’ BENE….