Lonate Pozzolo: andare al motel con l’amante non è evasione
Nel 2014 un cinquantenne, agli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta, fu iscritto nell’elenco degli indagati perché non avrebbe rispettato le prescrizioni incontrandosi con l’amante in un motel.
Nel 2014 un cinquantenne, agli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta, fu iscritto nell’elenco degli indagati perché non avrebbe rispettato le prescrizioni incontrandosi con l’amante in un motel.
La moglie non avrebbe certo gradito quel tipo di passatempo tra le mura domestiche e d’altra parte che male faceva, tanto aveva il permesso di uscita per svago!
Il cinquantenne godeva infatti di una doppia autorizzazione per uscire: per andare a lavorare durante il giorno (aveva trovato lavoro come operaio in una piccola impresa) e per motivi personali dalle 18 alle 20 e l’eventuale incontro con l’amante era sicuramente un buon motivo personale.
Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di un anno mentre il giudice ha stabilito che il fatto non costituisce reato e l’uomo è stato assolto.
Gli incontri amorosi contestati al cinquantenne si erano svolti tra maggio e giugno 2014 e, secondo il suo difensore, l'avvocato Davide Toscani, non solo non sarebbero state evasioni, ma mancavano anche le prove certe che il suo cliente fosse in un motel perchè i carabinieri non lo avevano mai sorpreso in flagranza, ma avevano solo preso nota dei flussi telematici sulle presenze di ospiti inviate dagli hotel alla Questura.
Secondo la difesa, in ogni caso, anche se l’imputato fosse stato realmente nelle camere d’albergo, come indicato nei flussi telematici, questi godeva comunque la doppia autorizzazione in base alla quale pensava di essere autorizzato a trascorrere qualche ora di svago.