Mille euro straordinarie, una tantum, ai sanitari: Fsi-Usae, Non ci bastano
l presidente Bonaccini vuole dare mille euro straordinarie, una tantum, ai sanitari: Fsi-Usae, grazie ma anche no. Non ci bastano.
ROMA 08 APRILE - Il presidente Bonaccini vuole dare mille euro straordinarie, una tantum, ai sanitari: Fsi-Usae, grazie ma anche no. Non ci bastano. Apprendiamo che il presidente della Regione Emilia-Romagna ha in proposito di legiferare, a livello regionale, come già stava facendo anche la Toscana, un finanziamento straordinario che gli consenta di distribuire una tantum a Infermieri, Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico, Tecnici di Neurofisiopatologia, Fisioterapisti, Logopedisti, Ortottisti - Assistenti di Oftalmologia, Dietisti, Tecnici della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare, Tecnici Audiometristi, Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva, Tecnici della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, Assistenti Sanitari, Tecnici di Riabilitazione Psichiatrica, Terapisti Occupazionali, Educatori Professionali, Tecnici Audioprotesisti, Tecnici Ortopedici, Igienisti Dentali, Podologi, Ostetriche, Autisti soccorritori, Oss e gli altri lavoratori della sanità un premio straordinario una tantum di circa 1000 euro per lo straordinario lavoro che hanno effettuato durante il periodo COVID19.
Adamo Bonazzi Segretario Generale Fsi-Usae è intervenuto stigmatizzando l’annuncio a margine di una videoconferenza con i Consiglieri Nazionali del sindacato ed ha dichiarato in modo piuttosto sarcastico: “Ci mancherebbe pure che dopo averli fatti lavorare come se non ci fosse un domani ora si pensasse di non provvedere a pagare i loro straordinari e gli si negasse l’attribuzione delle relative indennità perché i fondi non sono capienti. E se oltre a dare capienza ai fondi avanzerà qualche spicciolo da dare in più in busta paga, una tantum, noi lo ringraziamo. Grazie, Presidente Bonaccini, i lavoratori li useranno certamente, perché in un periodo di crisi non è il caso di fare gli sdegnati e rifiutare ciò che viene offerto, ma diciamo chiaramente che non è questa la risposta che i professionisti della sanità si aspettano; che non è questo il riconoscimento professionale a cui loro aspirano. E, Bonaccini, nella sua doppia carica di Presidente di Regione e di Presidente della Conferenza delle Regioni, cioè la conferenza dei datori di lavoro dei suddetti professionisti pubblici, sa bene che ci sono tre diversi problemi che affliggono tali professionisti: Il primo è il riconoscimento della dignità professionale; il secondo è la questione degli inquadramenti iniziali e dello sviluppo della carriera professionale; e il terzo, buon ultimo ma non certo meno sentito, è quello della rivalutazione dello stipendio svalutato da tre mancati rinnovi contrattuali e fermo da più di dieci anni. Se, Bonaccini, pensa a mille euro una tantum, i professionisti della sanità pensano a una diversa qualificazione professionale e ad un incremento della base stipendiale mensile di almeno 500 euro (non una tantum ma una semper) e delle indennità di rischio e di disagio che non siano delle mancette. La differenza come si può ben comprendere è molto grande. E non si colma di certo con il regalo che il Presidente ha pensato di farci insieme alla Triplice che, con il suo aiuto, pensa così di intestarsi chissà quale successo. Secondo noi i professionisti sanitari vogliono vedere recepiti gli sforzi profusi con una collocazione iniziale adeguata agli anni di studio che hanno fatto, e vogliono avere la possibilità di una carriera aperta, che sia basata su criteri predeterminati e certi. Vogliono che una volta acquisito un avanzamento nel percorso professionale, questo faccia parte stabilmente del proprio curriculum e che garantisca, alla fine del percorso lavorativo, una pensione adeguata. Per cui diciamo chiaramente: mille euro una tantum straordinarie ai sanitari? Grazie ma anche no. Non ci bastano”