Ordine di arresto per Cecchi Gori/Sgarbi: «Una barbarie». Mannino: «Accanimento giudiziario»
ROMA - Vittorio Sgarbi definisce «una barbarie» l'ordine di arresto per Mario Cecchi Gori che deve scontare 8 anni e 5 mesi di reclusione per il crac della casa di produzione cinematografica Safin.
«La vera epidemia - osserva Sgarbi - è la barbarie della magistratura che infierisce contro i vecchi trasformando lunghi processi e persino le assoluzioni in ergastolo. Non è tollerabile che un uomo malato di 77 anni venga portato in carcere. E non è tollerabile che la Procura ricorra in Cassazione dopo che l'ex ministro Calogero Mannino ha collezionato ben 14 assoluzioni: c'è un accanimento giudiziario che viola i diritti dell'uomo»
«Nel caso di Cecchi Giri - aggiunge Sgarbi - non si capisce quale possa essere il cosiddetto "pericolo sociale" che impedisca gli arresti domiciliari.
Nel caso di Mannino - conclude Sgarbi - l’ostinazione dei magistrati testimonia la loro azione prevalentemente politica basata su teoremi e non su reati. La malafede prevale su Bonafede»