SARONNO, LE ELEZIONI E LA DESTRA CHE NON C’È

SARONNO, DESTRA INESISTENTE

SARONNO, LE ELEZIONI E LA DESTRA CHE NON C’È


Mentre la Sinistra marcia decisa verso le comunali in una formazione che ricorda lo schieramento tripartito degli eserciti  antichi, e il Centro si va compattando attorno a nomi importanti, la Destra saronnese si segnala per la sua vacuità.
Non parlo dei rumors più o meno consistenti di contrasti, veti incrociati e ultimatum nel tentativo di uscire dal ruolo di acquiescenti comparse finora recitato da alcuni. Intendo una vacuità politico-culturale, cioè una mancanza di identità che produce come conseguenza l’assenza di iniziative per cui la Destra ha brillato a Saronno negli ultimi anni.

La Destra saronnese ha inteso la sua missione politica soprattutto come distribuzione e occupazione degli spazi in ragione del peso specifico delle formazioni alleate, e oggi in realtà non governa la città, tutt’al più la amministra caracollando alla giornata.
La Lega in particolare ha fatto intendere abbastanza presto, e poi confermato strada facendo, quale sia la sua città ideale, ben diversa da quella del famoso quadro urbinate:  un immenso falansterio di cemento, irto al suo interno di grate e cancelli (vedi varie corti blindate), refrattario agli abitanti dei paesi vicini (vedi politica dei parcheggi) privato della sua storia (vedi tentativi di radere al suolo edifici cari alla memoria) fittamente turrito (progetti di palazzi di altezza esorbitante, destinati a rimanere in gran parte vuoti) privo di piccolo commercio –  che infatti va scomparendo – ma stretto in una ferrea cinta di supermercati. Un’idea degna di un film di Romero, che però non nasce da una riflessione e da un progetto precisi (magari fosse così …) ma semplicemente da una totale acquiescenza nei confronti del costruttore privato – chiunque egli sia e qualunque cosa egli progetti –  nonché da un riflesso condizionato che porta a reagire ad ogni problematica, ad ogni sollecitazione esterna,  ad ogni imprevisto, in termini di trincea. Lo si è visto, e valga come esempio di una mentalità, a proposito del degrado notturno di alcune zone urbane: una diversa amministrazione sarebbe intervenuta con la polizia locale  per sanzionare esemplarmente fracassoni e lordatori: da noi invece si sono transennate le zone a rischio, con il bel risultato di interdirle agli onesti cittadini nelle ore diurne, ma non ai vandali notturni, per i quali nastri e transenne non costituiscono certo un ostacolo.

Ritornando alla politica culturale, onestamente confesso di aver preso il classico granchio quando cinque anni fa mi fu richiesto di guidare Fratelli d’Italia e concordai l’alleanza con la Lega saronnese. Pensavo che l’amore leghista per la “piccola patria” cittadina potesse contemperarsi con quello per la più grande Patria italiana. Credevo anche che si potesse mettere in campo una serie di iniziative che desse spazio ai valori della Destra, ma anche ad apporti di altra provenienza: convegni di buon livello, l’istituzione di un premio letterario, la valorizzazione delle qualità del territorio. Mi sono dovuto accorgere presto che, sia alla Lega che al mio partito di allora, della cultura non importava assolutamente niente. Vorrei dire di più: mi accorsi che la cultura era vissuta con cauto fastidio: handle with care.

Ma se non hai cultura non hai identità, e se non hai identità non sei nessuno, anzi non sei niente. Ecco perché la Destra a Saronno, a meno di clamorosi autogol dei suoi avversari, perderà le elezioni.

 

Alfonso Indelicato - Consigliere comunale indipendente di Destra eletto a Saronno