Verona: 23 arresti per ‘Ndrangheta, Tosi indagato per peculato
Si sono concluse le Indagini della Dda di Venezia sulla cosca degli Arena-Nicosia di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. Tra le accuse ci sono associazione mafiosa, truffa, riciclaggio, estorsione, traffico di droga, corruzione. Indagato anche Flavio Tosi.
Al termine di un’indagine della Polizia, coordinata dalla Dda di Venezia, che ha sgominato la «locale» di ‘Ndrangheta di Verona, una struttura autonoma ma riconducibile alla cosca degli Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.
Sono state emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari ed eseguite 26 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio, estorsione, traffico di droga, corruzione, turbata libertà degli incanti, trasferimento fraudolento di beni e fatture false.
Tra i nomi degli indagati il boss Antonio Giardino, il braccio destro Nicola Toffanin e l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, indagato per peculato, in passato già chiacchierato per i legami con i Giardino.
Sono finite In carcere 17 persone mentre nei confronti di altre 6 sono stati disposti gli arresti domiciliari e per 3 è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le indagini sono state condotte tra il 2017 ed il 2018 da un gruppo di lavoro composto dagli investigatori della prima divisione del Servizio Centrale Operativo (Sco) della Polizia e dai poliziotti delle squadre mobili di Verona e Venezia, e hanno portato alla luce quelli che vengono ritenuti «gravi indizi» relativi alla presenza della locale di Ndrangheta a Verona.
"Per la prima volta la criminalità organizzata tocca il territorio veronese, dopo Eraclea e Padova - ha spiegato il procuratore distrettuale antimafia, Bruno Cherchi - le ipotesi che avevamo fatto in passato sulla criminalità organizzata stanno dando riscontri su una situazione che deve essere attentamente considerata. Si tratta di un pericoloso segnale d'allarme che dovrebbe allarmare la società civile per la pericolosità dei contatti tra amministrazione e politica e criminalità organizzata"
Le indagini hanno evidenziato che gli indagati che avevano forti legami con la 'ndrangheta calabrese e in particolare con la cosca Arena-Nicoscia e avevano avuto rapporti con la società pubblica di gestione dei rifiuti Amia di Verona.