Alitalia: continua la ridicola saga della “compagnia di bandiera”
E’ scaduta, alle 24.00 del 18 marzo, anche l’ennesima gara per aggiudicarsi i resti di quella che un tempo fu una vera compagnia aerea messa in vendita a pezzi o in blocco, ma poco appetibile nel pieno d’una tempesta che sta mettendo a rischio “l’intero sistema delle compagnia aeree mondiali”, come ha detto stamattina il numero uno di Lufthansa Carsten Spohr.
Il bando di gara prevedeva tre blocchi: l’aviation (beni e rapporti per le attività di trasporto aereo), l’handling (cioè beni e rapporti giuridici per i servizi di assistenza a terra) e la manutenzione (per le attività di manutenzione degli aeromobili) e le offerte arrivare sono otto.
Almaviva, Synergy (Efromovich) e Us Aerospace avrebbero presentato delle offerte per la sola parte volo, tre handler hanno fatto un’offerta per i bagagli mentre sono due quelle sulla manutenzione.
“Il Governo deve valutare attentamente le offerte ricevute da Almaviva, U.S. Aerospace e Synergy per Alitalia perché le risorse pubbliche in futuro serviranno per riorganizzare la sanità e rilanciare ricerca, nuove tecnologie e green economy. E' un'occasione d'oro per rompere con il passato fatto di aiuti pubblici, inefficienza e consociativismo. A differenza di altri Paesi europei che probabilmente salveranno le compagnie nazionali, di cui non sono proprietari, l’Italia è da 20 anni (spendendo oltre 10 mld di euro) che tiene in piedi un baraccone aziendale privo di qualsiasi efficienza e da tempo anche di quote di mercato” ha dichiarato Dario Balotta presidente di ONLIT (osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti).