Alle carceri dei Miogni di Varese un attimo di libertà

Una coraggiosa iniziativa per unire con la radio detenuti e famiglie

Alle carceri dei Miogni di Varese un attimo di libertà

Domenica 28 febbraio 2021, è stato un momento di grande commozione per gli ascoltatori, quando alcuni detenuti della Casa Circondariale di Varese, alle ore 17,30, si sono collegati sulle frequenze di R.M.F. 91.7 e 94.6. All’altro capo le radio di mogli, figli, parenti, amici, ma non solo, ad ascoltare come si vive in carcere ai tempi del Covid-19. Cinque racconti fatti da sei detenuti, due di loro hanno lavorato insieme allo stesso racconto, che narrano di come quello che è un momento difficile per tutti e una tragedia per molti, in carcere si sia trasformato in qualcosa quasi di surreale. Alla lontananza da propri cari si unisce un profondo senso di incertezza e di attesa. Se tutti si sentono prigionieri di questa pandemia, immaginiamo come si debba sentire chi in prigione ci sta davvero, con l’unico contatto che si ha all’esterno, solo tramite la televisione. Visite sospese, i detenuti che temono sia per le proprie famiglie sia per se stessi. La televisione, quell’unico contatto col mondo che spesso al posto di rassicurare ingigantisce le notizie. Sarà tutto vero quanto succede fuori, o forse non è così grave, ma forse è molto peggio di quanto dicono. Tra un racconto e l’altro brani di musica classica e brevi letture dalla pacata voce di Marita Viola. Una bella iniziativa, frutto di collaborazione tra le operatrici dell'Associazione Auser  di Varese, Gisella Incerti e Giovanna Ferloni, della stessa Marita Viola, interprete e lettrice, della Direttrice della Casa Circondariale di Varese, Dott.ssa Carla Santandrea e del Funzionario Giuridico Pedagogico Domenico Grieco sempre della Casa Circondariale di Varese. “Con questa iniziativa si è voluto dare voce ai sentimenti, alle paure, alle emozioni di persone altrimenti invisibili, maturati in un lungo anno segnato da una doppia sofferenza: da un lato l’esecuzione della pena della reclusione e dall’altro il disagio e l’angoscia per le notizie mediatiche sulla pandemia.” Scrivere di iniziative come questa è facile, capirle e condividerle meno, anche se il Covid 19 sta insegnando un po’ a tutti cosa vuol dire poter essere liberi.