Busto Arsizio Investita due volte sulla pista ciclabile da un monopattino.

La seconda volta le spezza un braccio e non si ferma.

Busto Arsizio Investita due volte sulla pista ciclabile da un monopattino.

Va bene, una rondine non fa primavera e un incosciente che percorre la pista ciclabile di Viale Trentino, ad alta velocità, stando dalla parte riservata ai pedoni, quella rasente al muro, in pieno giorno, non è la regola. Ma andate a spiegarlo alla signora AR, urtata una prima volta alcuni mesi fa mentre usciva da un cancello senza grandi conseguenze e di nuovo settimana scorsa, questa volta con la rottura di un braccio e ingessatura dopo alcuni giorni. Sbattuta contro il cancello violentemente da un tizio in monopattino, che lei neanche è riuscita a vedere in faccia. Oltre al danno anche la beffa, perché l'investitore nemmeno si è fermato e nessuno si è accorto del fatto. Monopattini lanciati ad alta velocità che zig zagano tra la gente sono sotto gli occhi di tutti e, probabilmente, le piste ciclabili, che altro non sono che marciapiedi dipinti di arancione con in bianco disegnato a terra simbolo della bicicletta e del pedone, di ciclabile hanno ben poco. Quando ero bambino “la mia mamma” mi diceva di stare attento ad attraversare la strada, mica il marciapiede. Oggi succede, come per la signora in questione, che tu esci da un cancello e ti investono sul marciapiede e nemmeno rispondono dei danni. Ma i monopattini piacciono ai radical chic, fanno mobilità moderna, sono elettrici, silenziosi, anti inquinanti, ,sono amati dai politici alla ricerca di consenso che pensano così di risolvere i problemi del traffico. Chi li usa sembra esserne soddisfatto. Quasi tutti senza casco, eretti in mezzo alla strada con una fierezza da antico romano, la giacchetta attillata, il pantalone corto e sopra caviglia e l’immancabile borsa con dentro il portatile, simbolo di chi produce nel futuro, con lo sguardo puntato verso un orizzonte lontano, manco si accorgono di coloro che incontrano, tantomeno di chi investono, Poi ci sono i ragazzini scatenati, anche due per monopattino e qualche anziano che lo guida con la faccia poco convinta, la bella ragazza abbronzata e rigorosamente tatuata, la signora un po’ sovra peso sotto la quale l’esile monopattino scompare. Ma dove stiamo andando? Come disse Armstrong, scendendo sulla Luna dalla scaletta, questo è un piccolo mezzo (il monopattino) ma un gigantesco balzo per i trasporti (pubblici) e,  zagate, viene investito da un pirla di marziano in monopattino teletrasportato.