Busto Arsizio, studenti dell'Olga Fiorini, abiti per lo spettacolo “Noi Guerra!
Gli studenti hanno avuto la possibilità di seguire tutte le fasi di progettazione: hanno tagliato i tessuti, hanno effettuato le particolari lavorazioni su di essi fino alla confezione vera e propria dei costumi, affiancando i detenuti costumisti.
I ragazzi della classe 5^ dell’Istituto Tecnico Moda Olga Fiorini di Busto Arsizio hanno lavorato sodo durante tutto lo scorso anno per realizzare, insieme ai detenuti del carcere di Milano Opera, i costumi dello spettacolo teatrale “Noi Guerra! Le meraviglie del nulla”, diretto dalla regista Ivana Trettel.
L’evento, organizzato grazie alla Direzione della Casa di Reclusione Milano Opera e all’Amministrazione Penitenziaria Regionale della Lombardia, è andato in scena lo scorso venerdì 13 novembre 2020 in diretta streaming dal teatro del carcere milanese, dove alcuni attori della compagnia “Opera Liquida”, composta da detenuti ed ex detenuti di media sicurezza hanno presentato dei quadri evocativi dello spettacolo. Sul palco gli attori hanno affiancato le sorprendenti opere create per lo spettacolo dall’artista di arte cinetica e programmata Giovanni Anceschi.
I costumi, ispirati al deserto, all’arsura cui conduce la cattiveria, sono stati progettati dallo stilista d’alta moda Salvatore Vignola e gli studenti, sotto la guida delle loro docenti di Ideazione e Progettazione Moda, Silvia D’Errico, e di Tecnologie dei Materiali e dei Processi Produttivi e Organizzativi della Moda, Susanna Logozzi, sono entrati nel mood scelto dal creativo, lo hanno studiato per poi farlo proprio.
Lo scopo proposto dal progetto, oltre alla realizzazione pratica dei costumi, è stato quello di sensibilizzare i ragazzi rispetto al tema dell’inclusione sociale, promuovendo una sinergia tra il mondo recluso e quello dell’istruzione professionale dei giovani per stimolare l’abbattimento di barriere culturali.
“Opera Liquida” è un’associazione che, grazie al teatro, favorisce l’integrazione sociale, promuove la legalità e previene i comportamenti a rischio nei giovani. Utilizza il palcoscenico come luogo per riflettere ed interrogarsi su temi sociali di attualità, portando in scena opere originali che nascono dai testi degli attori detenuti.
Affrontare il tema della legalità e dei comportamenti a rischio con un diverso linguaggio ed un approccio attivo, fa sì che i ragazzi e i docenti vengano coinvolti emotivamente, grazie alla generosità con cui gli attori reclusi ed ex reclusi mettono a disposizione la propria esperienza e alla condivisone di un progetto creativo che unisca e stimoli un legame tra il mondo della scuola ed il mondo recluso.
“E’ una classe aperta mentalmente, nella quale gli stimoli vengono sempre colti come una sfida positiva da affrontare con spirito critico, e in questo progetto ritengo sia stato essenziale entrare in punta di piedi”, spiega soddisfatta la docente e referente del progetto, Silvia D’Errico.
“È stato stimolante il continuo confronto tra “dentro e fuori”: sia i ragazzi che i costumisti detenuti del carcere avevano questa sorta di corrispondenza, all’interno della quale un gruppo riceveva il lavoro dell’altro e ne rimaneva sorpreso. Trovo assolutamente indispensabili queste esperienze che uniscono l’aspetto lavorativo a quello sociale ed emotivo, perché credo che chi svolge un lavoro legato ad una forte passione debba inoltre sviluppare una forte empatia e sensibilità” ha concluso Silvia D’Errico.