Editori Mediaset 2 pesi due misure - Zangrillo - Stasi - Covid
Due pesi e due misure sull'argomento, dopo "Live non è la D'Urso"
Emerge la criticità dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, e Mediaset rilancia solo l'intervista (contestata da molti nel web) di Alberto Zangrillo, il medico personale di Silvio Berlusconi.
In collegamento c'è la dott. sa Maria Beatrice Stasi, Direttore appunto del Papa Giovanni XXIII. La conduttrice Barbara D'Urso, fa presente il dolore dichiarato dal direttore dell'ospedale Papa XXIII di Bergamo cosicchè da prender parola ed indicare la grave nonché dura situazione, dato che Bergamo è tra gli ospedali più colpiti.
“Mancano i dispositivi e vanno avanti grazie alle donazioni private”
Oltre ai due dirigenti dell'ospedale, la Dott.sa Maria Beatrice Stasi, indica come degli 8.500 casi registrati solo in provincia di Bergamo pertanto più del Piemonte, 3 volte i casi del Lazio, 5 volte in più dei casi della Campania e della Puglia, il centro di ricovero sia quasi in totale stallo.
Da 48 posti letto hanno portato a 450 postazioni dedicate ai pazienti covid e ben 90 di terapia intensiva.
“Ospedale quasi al collasso” interviene Barbara D'Urso
Dallo studio emergono i numeri : ben 50 medici morti ed oltre 1.400 addetti ai servizi sanitari contagiati.
L’opinione di Zangrillo ha infiammato il web.
In primis l'efficacia di dati precisi riportati dal Direttore di Bergamo, dati e non chiacchiere, mentre il Dott. Zangrillo sembrerebbe aver fatto la sua comparsata difendendo il suo orticello.
Alberto Zangrillo, primario del reparto di Terapia intensiva del San Raffaele di Milano, è intervenuto a “Live – Non è la d’Urso” per parlare dell’emergenza Coronavirus.
Nell'intento di spiegare i fatti, egli espone una situazione diversa raccontando la sua visione, del suo ospedale, totalmente di parte rispetto a quella di innumerevoli realtà italiane ed ha anche avuto il coraggio di apparire infastidito.
Nel merito di tutto il contesto sanitario che critico sulla tragedia Coronavirus, Zangrillo ha affermato : “ Noi medici e infermieri di terapia intensiva chiediamo di essere lasciati in pace. Stiamo facendo un lavoro molto serio e difficile di cui siamo molto orgogliosi, ma ci dà fastidio la banalizzazione e l’estremizzazione del fenomeno, dobbiamo relativizzare la realtà»
-”Quello che ha fatto un grande ospedale come il mio è stato quello di riorganizzare passo passo la terapia intensiva, passando da quattro letti riservati ai pazienti Covid-19 a 60. Facciamo chiarezza: non ci mancano i respiratori e non prendiamo decisioni per salvare un paziente o un lato. Alla fine dell’emergenza faremo un bilancio, confronteremo la nostra risposta con quella degli altri paesi e vedrete di cosa siamo stati capaci"- ha affermato.
«Non abbiamo il problema dei respiratori da sdoppiare e non abbiamo mai dovuto scegliere chi curare»
Il professore ha chiarito cosa lo ha fatto montare su tutte le furie nelle ultime settimane: «Questa malattia nelle sue forme più gravi si manifesta con una polmonite che non abbiamo mai visto e conosciuto prima. Tutti coloro che banalizzano dicendo quanti giorni serve per guarire sta dicendo una grandissima fesseria. Si crea molto disagio a chi ha tanti cari che sono in terapia intensiva. Io sono felice che siano venuti i medici albanesi ad aiutarci ma noi siamo l’Italia, non abbiamo il problema dei respiratori da sdoppiare e non abbiamo mai dovuto scegliere se curare l’ammalato A piuttosto che l’ammalato B. Se qualcuno l’ha fatto ha sbagliato, siamo infastiditi da tutte le fesserie che si dicono!». Sul finale il professor Zangrillo ha sbottato: «È importante restare a casa, ma non bisogna pensare che bisogna mettere malati italiani sugli aerei cargo per portare la gente a curarsi all’estero».
Caro Ill.mo Dott. Alberto Zangrillo, prima di inneggiare su cosa sia fastidioso ed irritante, magari prima di collegare la bocca, accendere il cervello, perchè la realtà è quella raccontata da altri direttori sanitari nelle gravissime criticità e di dolorose scelte, e non quelle certo banalizzate (per utilizzare un Suo termine) da Lei che è un noto primario di un reparto ospedaliero privato.
La professionalità medica, si denota anche negli atteggiamenti e nel cuore di chi sa vedere la realtà, senza obbligatoriamente difendere solo il proprio orto in momenti così critici e in cui gli editori stampa Mediaset, a distanza di quasi 24 ore, hanno solo saputo ribattere le sue lagne, e non far emergere l'importanza delle dichiarazioni della eccelsa Dott.sa Stasi se non pubblicando solo il video di Live. Video che avrebbero pubblicato comunque.
Fabio Sanfilippo