Sesto Calende, polemica per 'Nessun confronto sulla Commissione Mensa'

Sbotta il gruppo Sesto 2030: "La Commissione Mensa esiste per tutelare gli utenti, ossia i bambini ed è questo che bisogna pensare. Abbiamo il timore che qualcuno pensi solo a fare il “compitino” e/o riempire un buco della burocrazia con qualche copia-incolla senza pensare ad adattarlo alla nostra realtà."

Sesto Calende, polemica per 'Nessun confronto sulla Commissione Mensa'

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del gruppo Sesto 2030.

Siamo stati noi di Sesto 2030 nel Consiglio Comunale del 21 dicembre a portare alla luce il problema del Regolamento della Commissione Mensa da redigere. 

Avevamo chiesto una stesura congiunta, non solo con le minoranze, ma con le parti coinvolte, ossia i membri della Commissione stessa.

Già allora avevamo sottolineato che a nostro avviso la stesura di un Regolamento sarebbe dovuta servire a definire i compiti, a ordinare i lavori, a mettere in luce le potenzialità di questo organo e quindi a farlo funzionare meglio.

Ed ecco che ci siamo ritrovati a vedere il testo di tale Regolamento, nella Commissione Bilancio e Affari Generali del 19 maggio, un testo scritto dalla sola maggioranza.

Alcuni degli elementi per noi importanti e richiamati già allora, non sono stati contemplati - e tante piccole parti hanno stimolato delle riflessioni e delle proposte di modifica - anche diverse tra loro, da parte delle minoranze.

Inoltre la beffa: nella seduta della Commissione Mensa del 22 aprile, all’ordine del giorno vi era sì un punto che recitava “nuovo regolamento commissione mensa comunale” ma nella discussione dei lavori questo si è limitato alla comunicazione ai commissari della stesura in corso del testo da parte dell’Amministrazione. Fine del coinvolgimento della parte in causa: FINE

Ecco, noi non ci stiamo. Per noi non è così che si amministra. Certo, la Giunta ha facoltà di fare come vuole, ma il punto è sempre lo stesso: stiamo facendo il “compitino” e/o riempiendo un buco della burocrazia, oppure vogliamo scrivere delle regole che aiutino la Commissione Mensa a tutelare l’utenza e quindi a svolgere in modo ordinato, chiaro e al massimo delle sue potenzialità, il suo compito di monitoraggio della qualità dei pasti?

Lo abbiamo capito, oppure no, quanto è importante questo aspetto per i nostri bambini, per le famiglie, e per la collettività?

Questa commissione mensa, la consideriamo un organo importante ed utile, oppure, visto che “ce la dobbiamo tenere”, le copiamo-incolliamo un regolamento di qualche altro comune, senza pensare ad adattarlo alla nostra realtà, perchè in fondo per noi i lavori della commissione contano ben poco?
Diciamo che dopo tutte le promesse fatte per il nuovo appalto, di cui si è deciso il rinvio 3 giorni dopo aver convocato la commissione mensa, ossia una settimana prima dell’incontro senza neppure coinvolgerla, a noi sembra che l’ultima (triste) ipotesi sia quella reale.

Noi abbiamo chiesto subito in commissione bilancio, poi nuovamente all’Assessore all’Istruzione in via informale, al Presidente del Consiglio e poi formalmente di nuovo all’Assessore all’Istruzione, di non portare al consiglio di domani sera, un testo non condiviso.

Ma a quanto pare alla Maggioranza non importa minimamente quello che pensa “qualcun altro” in merito a questo, come ad altri temi - e il posticipo dell’approvazione, per un confronto, chiesto gentilmente ed in ottica propositiva, ci è stato negato.

Ed allora arriveremo al Consiglio Comunale con 5 emendamenti del gruppo Noi Sestesi, 23 emendamenti del gruppo Insieme per Sesto (e varie note) e 18 emendamenti nostri.

Come non comprendere che “qualcosa” è senz’altro da correggere in questo testo?
E noi siamo stati “gentili”, perchè, come abbiamo scritto nella nostra lettera all’Assessore D’Onofrio, inviata per conoscenza anche alla Referente del Servizio “non è nostra intenzione fermare i lavori del Consiglio nè tanto meno tentare di imporre la nostra visione alla maggioranza - il che, naturalmente non porterebbe comunque al risultato sperato.”

Sì perchè, di emendamenti, ne avremmo avuti circa 30, ma alla fine abbiamo deciso di prendere atto che la maggioranza non vuole confrontarsi, pertanto non porteremo in consiglio gli emendamenti realmente migliorativi, secondo il nostro punto di vista, della Commissione. Perchè per un vero miglioramento, a nostro avviso, la strada sarebbe dovuta essere quella del confronto, come abbiamo riportato nella lettera inviata, infatti “il nostro scopo primario è portare alla riflessione sulle tematiche sopra esposte, non tanto produrre un testo preconfezionato fatto a nostra iniziativa”.

E le proposte su cui abbiamo chiesto di riflettere, oltre a quelle portate negli emendamenti (inserimento nido, inserimento possibilità di membri supplenti, inserimento di una cadenza almeno annuale per le schede di valutazione, inserimento di proposte in ambito dello spreco alimentare, possibilità di invitare i commissari di plesso, procedura per i nominativi dati dalle minoranze, comunicazione dei nominativi e recapiti presso il sito del Comune, inserimento di almeno 1 visita ispettiva a plesso a quadrimestre, riservatezza sulle date delle visite) erano sostanziali e studiate dopo aver ascoltato i commissari e le parti in causa.

Si trattava di un inserire il rapporto tra i commissari di plesso e i commissari mensa comunali, per chiarire i ruoli e ordinare le interazioni, senza creare confusione nei genitori. Rendere cioè gli uni funzionali agli altri, tenerli informati e poterli invitare nelle visite del proprio plesso di riferimento. E poi ancora:  reale votazione sul menù, a maggioranza dei membri permanenti presenti, elezione del Presidente tra i commissari genitori, chiara esposizione di come effettuare i reclami in ogni plesso e di dove indirizzarli e chiara procedura da seguire per la pubblicizzazione della richiesta delle candidature al ruolo di commissari, con estrazione tra i candidati, per i rappresentanti dei genitori.
Inoltre abbiamo inserito una proposta in merito al funzionamento interno della Commissione, per non buttare via l’esperienza maturata in tutti questi anni ma, al contrario, formalizzarla affinchè sia la base di partenza per la nuova Commissione.

La nostra proposta specifica - aperta al confronto e alle modifiche - prevedrebbe almeno 3 incontri l’anno, obbligatori, di cui il primo per la prima verifica del servizio, il secondo per impostare i questionari di valutazione e deciderne i destinatari, il terzo per pensare al menù dell’anno successivo. Naturalmente spetterebbe al Presidente eletto convocare le sedute, decidere l’ordine del giorno e decidere chi invitare, in accordo con il Referente Comunale, che può fare proposte in merito. La Commissione potrebbe essere convocata anche da 4 dei suoi membri, sarebbe interpellata prima della stesura definitiva del capitolato d’appalto e, come già detto voterebbe formalmente il menù e le sue variazioni. Ad ogni riunione si dovrebbero riprendere le segnalazioni, capire come son state trattate e così in merito ai risultati delle visite ispettive. 

Una Commissione operativa, insomma. Non con un articolo che dice “La commissione opera in autonomia al proprio interno al fine di definire il calendario delle attività, degli incontri interni ed ogni altra iniziativa”, che a noi suona come un “speriamo che non si organizzi troppo e che le vadano bene le 2 convocazioni che farà l’Amministrazione Comunale”.

E di quale autonomia stiamo parlando, quando la commissione è per l’appunto convocata dall’Amministrazione, che redige l’ordine del giorno e decide chi invitare, se non vi sono elezioni di un Presidente, se non si vota nulla e se nessuno può portare argomenti che l'Amministrazione decida di non portare?

Noi siamo contrari, fortemente contrari a “fare il compitino”.
Per noi scrivere il Regolamento Commissione Mensa richiede prima di pensare all’operatività migliore possibile perchè i commissari possano fare il loro lavoro (gratuito) di controllare la qualità dei pasti serviti a scuola. La Commissione Mensa esiste per tutelare gli utenti, ossia i bambini ed è questo che bisogna pensare.

Abbiamo lasciato spazio al confronto fino all’ultimo, evitando, ancora una volta, di pensare “male” a priori e quindi dando il beneficio del dubbio in merito all’apertura al dialogo. Ma ci siamo sbagliati: nessun dialogo, nessuna riflessione. La storia si ripete… per quanto tempo vogliamo che vada avanti così?