Vaccino anti-Covid: 82 pr cento degli italiani pronto a farlo
Quasi 3 persone su 4 condividono le priorità date dal piano vaccinale, ma il 46% pensa che dovrebbe diventare obbligatorio per tutti, mentre il 71% è convinto che non toglieremo la mascherina prima del 2022.
Gli italiani sono disponibili a sottoporsi alla vaccinazione anti COVID-19? La risposta è SI: il 52% è pronto a vaccinarsi nel più breve tempo possibile mentre il 30% dice di volersi vaccinare solamente dopo aver visto gli effetti collaterali sulle persone che lo hanno già fatto e dopo averne verificato la reale efficacia. A non volersi vaccinare invece è l’8% del campione intervistato mentre il restante 10% dice di non sapere che cosa fare.
A far emergere il dato è l'inchiesta di Altroconsumo, effettuata nella seconda metà di gennaio su un campione di circa mille intervistati di età compresa tra i 18 e i 74 anni, con il principale obiettivo di poter ottenere un quadro generale su opinioni e aspettative in merito alla vaccinazione anti Covid.
Come si pongono quindi gli italiani nei confronti di un tema tanto importante, attuale e sentito come i vaccini anti Covid? Vediamolo nel dettaglio.
Il nodo cruciale dell’inchiesta verteva, naturalmente, sulla disponibilità a vaccinarsi o sull’assoluta contrarietà nel farlo. La maggioranza degli intervistati vorrebbe vaccinarsi prima possibile mentre il 30%, come visto, intende vaccinarsi, ma non nell’immediato, per varie ragioni: c’è chi teme il vaccino per gli effetti collaterali avuti in precedenti esperienze vaccinali, chi è allergico a molti farmaci e chi ha diverse altre patologie e preferisce informarsi bene presso gli specialisti.
C’è poi chi pensa che ci siano categorie che hanno la precedenza, chi sostiene che non si conoscano gli effetti collaterali a lungo termine e chi invece vorrebbe attendere più sperimentazione.
Ciò che emerge chiaramente è che, rispetto ad altri paesi presi in esame, il livello di istruzione, in Italia, è la variabile che incide con maggiore influenza sull’intenzione di volersi vaccinare: minore è il grado d’istruzione, maggiore è la volontà di non vaccinarsi.
Un altro punto di rilevante interesse è che, complessivamente, maggiore è la percezione di avere una buona informazione sui vaccini, maggiore è anche la disponibilità a vaccinarsi. L’aver avuto un coinvolgimento diretto con il COVID-19, inoltre, fa sì che le persone siano maggiormente predisposte a farsi somministrare il vaccino: tra coloro che hanno un parente o un amico appartenente ad una categoria a rischio, solamente il 6% non si vaccinerebbe. Se invece parenti o amici non fanno parte di categorie a rischio, la percentuale sale al 9%. Chi ha perso qualcuno per il COVID-19 invece, dichiara di volersi vaccinare immediatamente di più rispetto a chi non ha vissuto questa esperienza: 57% contro 52%.
Tra coloro che non vogliono essere vaccinati (del tutto, non immediatamente o che hanno dubbi) il 25% pensa che, a proposito dei vaccini, ci siano degli interessi economici e politici nascosti. La percentuale aumenta al 57% per quelli assolutamente contrari alla vaccinazione.
Ma le ragioni principali risiedono nella preoccupazione per i possibili effetti collaterali, nel fatto di non appartenere a categorie ad alto rischio e nella mancanza di fiducia nella validità del processo che ha portato all’approvazione.
Impatto personale, sociale ed economico
Dopo un anno dal primo caso accertato di COVID-19 in Italia, si può dire che l’impatto della pandemia sulla popolazione è stato enorme. Complessivamente, solo il 17% degli italiani intervistati, in un modo o nell’altro, non è stato coinvolto: il 10% ha infatti avuto un parente o un amico morto a causa delle conseguenze del COVID-19, mentre il 35% ha avuto un parente o un amico che si è infettato e il 9% ha la certezza di aver contratto la malattia.
Per il 32% inoltre, la crisi dovuta alla pandemia ha provocato problemi di salute mentale mentre il 25% ha dichiarato di avere avuto un drastico peggioramento della situazione economica.