Economia, in Lombardia cresce l'incertezza dopo le misure adottate per contenere i contagi da Covid-19
Secondo Assolombarda le ultime misure adottate per contenere i contagi hanno avuto diverse ripercussioni sull’economia. Soprattutto in Lombardia, “zona rossa” in cui si evidenzia una perdita dell’1% sul PIL regionale, una diminuzione della fiducia d’imprese e consumatori.
La nuova ondata di contagi e le restrizioni introdotte dal DPCM del 3 novembre per il periodo 6/11 – 3/12 hanno interrotto bruscamente la lenta ripresa che da maggio sembrava aver coinvolto il Paese. Di fatto, conseguentemente alle chiusure e limitazioni adottate al fine di contenere la pandemia, a partire dalla fine di ottobre è stato possibile osservare i primi segnali del deterioramento dell’attività economica italiana.
Sulle prospettive economiche a breve termine sono tre i principali fattori da considerare: le misure particolarmente restrittive in Lombardia “zona rossa”, i lockdown attivati dai principali partner commerciali europei e la fiducia d’imprese e consumatori.
Per la Lombardia, il fermo imposto alle attività implicherà una perdita di oltre l’1% sul PIL regionale e almeno -0,3 punti percentuali sul PIL nazionale nel 2020: è quanto emerge dal nuovo booklet economico di Assolombarda, pubblicato sul web magazine Genio & Impresa (genioeimpresa.it). Inoltre, essendo peggiorato il quadro epidemiologico anche in paesi che rappresentano importanti mercati di sbocco per l’export delle imprese italiane, con tutta probabilità le aziende dovranno fare i conti con un rallentamento della domanda internazionale. Ciò potrebbe pesare soprattutto sull’economia lombarda, dove le esportazioni equivalgono a più del 30% del PIL e incidono per circa il 40% del fatturato delle imprese manifatturiere.
Non stupisce quindi un deterioramento della fiducia del manifatturiero come risposta all’incertezza legata al perdurare della pandemia, considerando che già nei mesi di luglio e settembre quasi il 40% delle imprese del Nord-Ovest indicava ostacoli alla produzione, in larga misura legati all’insufficienza di domanda.
Per quanto riguarda i dati sulla mobilità, gli spostamenti delle persone tornano in area negativa rispetto all’avvio di quest’anno: -17% in Lombardia nella rilevazione del 6 novembre, con un’intensità maggiore nelle aree di Milano (-25%) e Monza e Brianza (-22%), più sotto pressione dall’emergenza sanitaria, e una variazione minore a Lodi (-10%) e Pavia (-6%). Inoltre, l’ulteriore adozione dello smart working da parte delle aziende ha influito sulla riduzione degli spostamenti per motivi di lavoro: -38% in Lombardia il 6 novembre, rispetto al -22% di metà ottobre.
Il traffico dei veicoli leggeri sulle tangenziali milanesi si è ridotto del 27% tra il 19 e il 25 ottobre su base annua (dal -13% nella prima settimana del mese), mentre il traffico dei veicoli pesanti, indicativo degli scambi aziendali, è del 4% inferiore tra il 19 e il 25 ottobre rispetto a un anno fa (dal -2% nella prima settimana del mese).
I passeggeri delle metropolitane milanesi sono diminuiti del 63% tra il 26 e il 30 ottobre rispetto a inizio 2020 (dal -44%). Nello stesso periodo, gli ingressi delle auto in Area C nel Comune di Milano sono diminuiti del 23% (dal -5%). I consumi elettrici a livello nazionale, che approssimano l’attività produttiva, tendono a diminuire ogni giorno con maggiore intensità dall’entrata in vigore dell’ultimo DPCM: su base annua -2,1% venerdì 6 novembre, -3,5% lunedì 9 e -6,4% martedì 10.