Gallarate, il disagio di chi produce e si trova in difficoltà
la nostra azienda artigiana, nata nel 1989 come Sala taglio tessuti c/to terzi, Modellistica e Produzione propria, verso la fine di Marzo, in seguito alla situazione emergenza COVID 19, ha chiesto e ottenuto la riconversione produttiva per produzione Mascherine Filtranti e Protettive.
Appena avuto, con molta difficoltà, il materiale a disposizione ci siamo subito attivati per la produzione delle stesse.
Il primo blocco è stato donato alle forze dell’ordine di Gallarate (Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili Urbani, Guardia di Finanza), alla Protezione Civile di Gallarate, Varese e Lonate Pozzolo, ai Carabinieri di Lonate Pozzolo e ad alcune RSA di Gallarate e Varese.
Con piacere abbiamo ricevuto, da tutti, i più calorosi ringraziamenti per il gentile e utile pensiero.
Alcuni giorni fa abbiamo effettuato una donazione alla Onlus di Busto Arsizio “La casa Gialla” tramite un conoscente che presta il suo tempo come volontario che, vista la scarsità di Mascherine in loro possesso, ci ha chiesto una mano, ovviamente ci siamo attivati per fare avere loro il nostro contributo
(150 Mascherine Lavabile e riutilizzabili).
I materiali utilizzati sono a norma di legge e certificati.
La nostra non vuole essere una autocelebrazione, ma il segno della nostra grande apprensione del momento a cui possiamo rispondere con i nostri manufatti.
Per quanto riguarda il nostro contesto, purtroppo si è venuta a creare una situazione disastrosa con il Lockdown di tre mesi.
Lavorando per conto terzi nel settore abbigliamento, essenzialmente abbiamo perso, in questi tre mesi, una parte consistente del nostro fatturato arrivando a sfiorare il 40 % annuo in meno, difficilmente recuperabile in tempi a medio o lungo termine con la conseguente sofferenza economica che ne deriva dovendo comunque onorare le varie scadenze in termini di affitto, tasse, IVA e altri “balzelli” che non le sto ad elencare.
A tutto questo si aggiungono i mancati pagamenti di lavorazioni, effettuati da Gennaio in avanti, che non ci sono stati corrisposti (dichiarando, come scusa, la mancata vendita) portandoci ad una situazione ancora più drammatica.
L’ipotesi di ripresa è prevedibile che non avvenga prima di settembre/ottobre.
La nostra azienda non riesce a provvedere a tutte le incombenze economiche e, purtroppo, i ventilati “aiuti statali” sono per noi piccoli artigiani una chimera irraggiungibile.
Il commercio delle mascherine non riesce sicuramente a supportare le perdite enormi che stiamo affrontando e purtroppo siamo stati lasciati soli ad affrontare una situazione che rischia di portare al fallimento tante piccole realtà come la nostra, ma può essere un aiuto per tamponare le perdite economiche
che si stanno accumulando.
Si chiederebbe una maggiore flessibilità per incentivarne il commercio, avendo lo stesso Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro autorizzato l’uso anche delle mascherine fai da te.
Si vorrebbe sensibilizzare il pubblico verso le nostre realtà, lontane dalla grande imprenditoria che, in virtù della loro potenza di fuoco economica, riescono a ricevere il sostegno economico su grandi numeri, ricevendo le garanzie dello Stato mentre le banche neanche ci considerano non potendo garantire i volumi di affari adeguati per la restituzione dei prestiti.
Al momento invece dobbiamo sottostare ad alcune incombenze per lo svolgimento delle attività, tipo la sanificazione dei locali di lavoro e altro, che assorbono ulteriori risorse.
Spero di averle spiegato con chiarezza la situazione che stiamo attraversando e non essere stato prolisso; non so come un suo intervento ci possa essere di aiuto ma spero che ci si possa confrontare ed eventualmente approfondire queste tematiche.
Cordiali saluti.
Fabrizio Occhio