L’appello di Gabrielli: più che colpire dobbiamo far comprendere
di GIUSEPPE CRISEO
Il Paese e’ stressato, preoccupato per le conseguenze di tipo sanitario innanzitutto ma anche per le gli esiti che potrebbero essere molto pesanti sulla nostra già fragile economia.
L’emergenza che sta mettendo in seria difficoltà la nostra sanità che in parecchie regioni e’ di alto livello con alcuni ospedali importanti anche a Roma e al sud, ricordiamo la scoperta di Napoli, sta sconvolgendo la vita e le abitudini consolidate che ora sembrano un miraggio: un caffe’ con gli amici al bar, un aperitivo, o una passeggiata col cane, per non parlare di casse integrazioni, chiusure, e drammi personali per le malattie presenti oppure temute.
In questo quadro tetro e fosco, emergono alcune voci positive che cercano di alzare il morale del Paese e soprattutto di chi soffre di più, sanitari, forze dell’Ordine e degenti, e a questi si rivolge il capo della Polizia Franco Gabrielli.
Un discorso che ricorda un po' il padre di famiglia che parla ai figli con la passione, l’esperienza e il realismo che serve per attraversare un momento difficile partendo dai poliziotti: “Un particolare appello ai nostri colleghi che sono stati colpiti dal virus.”, ma senza dimenticare gli ammalati che soffrono “Dobbiamo stare vicino a chi e’ costretto ad una stanza di un reparto”.
La sua esperienza di vita e fermezza tipica di chi dirige un corpo così importante per il Paese, gli suggerisce un modo pragmatico di comunicare: “E’ un momento difficile, non ha precedenti in questo caso, un nemico che non vediamo ma di cui percepiamo la pericolosità”.
Le avversità e i momenti difficili si supereranno, e’ questo il messaggio finale e patriottico che ci deve accomunare:” Ce la faremo perche’ siamo un grande paese”.