Pensioni: Anp-Cia, alzare assegni ad agricoltori rispettando Consulta
Settore ai livelli più bassi, ma la sentenza della Consulta del luglio scorso parla chiaro. Bene aumento per quelle d’invalidità.
Le pensioni degli agricoltori sono ancora le più basse, ferme a 515 euro, mentre la sentenza della Consulta, la 152 del 22 luglio scorso, parla chiaro e, oltre a imporre l’incremento a sostegno degli invalidi civili totali, ha innescato la revisione anche delle minime. Governo ne tenga conto, interviene Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani pur soddisfatta per l’applicazione della sentenza nel Dl Agosto per quel che riguarda le pensioni d’invalidità, portate a 651,51 euro.
Anp-Cia plaude alla decisione del Governo su questa materia che consente di superare una situazione da molti anni segnalata come fonte d’ingiustizia e disagio sociale, ma non può che evidenziare, ancora una volta, anche le condizioni dei pensionati al minimo, costretti a vivere con un assegno che non consente di provvedere ai bisogni fondamentali e a una vita dignitosa. In questo senso la sentenza della Corte Costituzionale si esprime anche per le pensioni minime, ferme a 515,07 euro.
Inoltre, Anp-Cia, ricorda che la Carta Sociale Europea individua in 650 euro il livello minimo degli assegni da erogare. Oltre a essere, dunque, un problema di giustizia sociale, è anche un riconoscimento del valore di tanti lavoratori. E vale soprattutto per gli agricoltori che hanno svolto un’opera fondamentale per il Paese, assicurando beni essenziali come il cibo e la tutela del territorio. Ora, sottolinea Anp-Cia, si ritrovano tra i più poveri e, in molti casi, costretti a lavorare anche in età avanzata con tutti i rischi per l’incolumità e la salute che questo comporta.
“Il tema delle pensioni minime deve essere affrontato con serietà e rigore nella prossima legge di Bilancio 2021 -interviene il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo- nella quale risulterà senz'altro possibile rintracciare le risorse necessarie”.
“La cosiddetta pensione di cittadinanza -aggiunge Del Carlo- non ha dato soluzione a questo problema, in quanto la stragrande maggioranza dei pensionati non ha potuto accedervi a causa dei previsti criteri restrittivi, mentre l’epidemia del Covid-19 ne ha aggravato notevolmente le condizioni. Continueremo a batterci per i pensionati e gli anziani -conclude il presidente nazionale di Anp-Cia, Del Carlo- affinché vengano loro riconosciuti assegni dignitosi e servizi sociosanitari adeguati, soprattutto nelle aree interne e rurali d’Italia”.