Politica, i possibili Ministri e i partiti a favore del Governo Draghi

Se il M5S non supporterà Conte, sarà la Lega a fare da "ago della bilancia" in Parlamento? Se sì, condizionerà le scelte del Governo?

Politica, i possibili Ministri e i partiti a favore del Governo Draghi

Mario Draghi ha accettato l'incarico di formare il nuovo governo ma i problemi che lo aspettano si stanno già accumulando davanti all'uscio di Palazzo Chigi.

Il primo, il più stringente: Draghi ha i numeri per avere una maggioranza stabile in Parlamento? E, se ce li ha, come si comporrà l'asse della nuova maggioranza di governo?

Per rispondere bisogna guardare soprattutto al M5S, dove sono già molti gli esponenti grillini che si sono pronunciati contro l'ex presidente della Bce. L'ala che fa riferimento ad Alessandro Di Battista ha già deciso di opporsi al governo voluto dal presidente Mattarella, ma ora appare sempre più chiaro che è l’intero Movimento che vuole mettersi all’opposizione di Draghi in Parlamento.

Un altro drappello di pentastellati che aveva già dichiarato voto contrario a qualunque esecutivo non fosse guidato da Conte (ma varrà anche se Conte dovesse dichiarare il suo appoggio a Draghi? Bisognerà vedere…). Poi c'è il corpaccione dei peones, che in buona parte si adeguerà a quanto stabilito ufficialmente, perché in ballo - prima ancora che le idee su Draghi - c'è la ricandidatura (e le eventuali deroghe al terzo mandato da ottenere nel M5s).

È certa una spaccatura, sia che la linea ufficiale dica sì sia a Draghi sia che si schieri sul no. Ma la scelta, ovviamente, non è ininfluente. In questo momento, però, è evidente che in ogni caso il M5S porterà in dote al nuovo governo un numero di voti inferiore a quello che garantiva a Conte.

Un numero di voti ‘minimo’ che potrebbe abbattersi a poche decine di sì, tra Camera e Senato, se anche Luigi Di Maio e la sua ala moderata si riscoprissero improvvisamente meno 'merkeliani' ed europeisti di quanto hanno detto di essere. Va ricordati che l’M5s è il partito più grande presente, oggi, in Parlamento: conta, infatti, 191 deputati e 92 senatori, nonostante i molteplici abbandoni subiti in questi tre anni.

Una possibile scissione dentro i 5Stelle tra pro-Draghi e anti-Draghi, però, sarebbe utile al presidente del Consiglio incaricato solo se fosse molto consistente, cioè di almeno 40 deputati e 50 senatori. Una scissione che, al momento, non è possibile prevedere se avvenga.

Un problema ben chiaro anche dentro il Pd che conta nell’attuale Parlamento appena 93 deputati e 35 senatori. Il vicesegretario Andrea Orlando ha spiegato in mattinata che i dem vogliono capire di quali numeri dispone il governo Draghi prima di formalizzare la certezza del loro appoggio. Il senso è: non ci si può imbarcare in un'impresa che, nonostante Draghi, non ha le basi parlamentari per svolgere la sua missione..

Il problema del Pd è anche un altro. Il timore – fondato – è che i voti necessari per far partire il governo Draghi arriveranno dalla Lega che conta 131 deputati e 63 senatori e che, di fatto, farà da ‘ago della bilancia’. Infatti, i voti di Forza Italia (91deputati e 52 senatori), da soli, rischiano di non bastare. In caso di massiccia diserzione del M5s, decisivi sarebbero i consensi in aula del Carroccio, ma cambia molto se arriveranno sotto la forma di appoggio diretto o, magari, di astensione. Matteo Salvini, per ora, si mostra possibilista: “Vedremo cosa Draghi ha da proporre”. Sicura, invece, l’opposizione della pattuglia di FdI, capeggiata dalla Meloni (conta 19 senatori e 33 deputati).

Ma una Lega che si intesta la quota decisiva di azionariato sarebbe - oltre che un problema per il Pd - anche un condizionamento pesante sull'agenda di Governo e sui suoi tempi e temi di azione. È infatti probabile che la Lega vincoli il suo eventuale appoggio a una data certa sul voto: settembre oppure ottobre, dato che – come ha detto in modo esplicito, ieri sera, il Capo dello Stato, le elezioni a giugno sono escluse per tutta una serie di – importanti - motivi.

Questo 'peso pesante' della Lega sul nuovo governo ridurrebbe il programma di Draghi alla messa in sicurezza del Recovery Plan e alle scontate misure anti-pandemiche, chiudendo qualsiasi possibilità di altre riforme strutturali, comprese quelle istituzionali e forse la stessa legge elettorale. In più, un 'calendario' corto non consentirebbe all'attuale Parlamento di arrivare fino all'elezione del nuovo presidente della Repubblica, prevista dal 3 febbraio 2022.

Naturalmente, appoggeranno il governo Draghi sia Iv - che conta su 28 deputati e 18 senatori – cioè il gruppo di Renzi sia molti sottogruppi dei due gruppi del Misto. Qui si va dai Responsabili-Europeisti-Psi di Tabacci, Nencini e Merlo, 10 senatori e 17 deputati, ad Azione-Radicali +Europa di Bonino e Calenda, 3 senatori e 4 deputati, al gruppo Autonomie del Senato, 8 senatori, ai tre ‘piccoli’ del centrodestra (i 3 senatori di ‘Toti-Cambiamo’, i 3 senatori dell’Udc e gli 11 deputati di ‘Noi con l’Italia’ di Lupi) ai 6 senatori a vita e altri del Misto.

Ma anche se il governo Draghi non avesse iscritto, all’atto della nascita, una data di scadenza certa, è difficile che un governo basato su una maggioranza che va da Leu (che si sta spaccando al suo interno, sulla decisione, e che conta 12 deputati e 7 senatori, ma che guida il gruppo Misto) fino alla Lega, passando per Pd, Forza Italia, parte di M5s abbia la forza e la coesione per uscire da pochi binari prefissati. Sempre ammesso e non concesso che i voti leghisti ci siano.

Sia alla Camesa sia al Senato i rappresentanti del Carroccio potrebbero spostare la bilancia a favore del Governo oppure essere avversi a un determinato provvedimento.

Il quotidiano.net propone due possibili liste di Ministri, papabili a essere nominati nel Governo Draghi. Ve li proponiamo di seguito:

La squadra/1: 'governo politico'

Recovery Fund: Carlo Cottarelli

Interni: Giancarlo Giorgetti

Esteri: Emma Bonino

Mef: Irene Tinagli o Guido Crosetto

Mise: Marco Bentivogli

Lavoro e previdenza: Tito Boeri

Infrastrutture: Stefano Patuanelli

Giustizia: Paola Severino

Ambiente: Enrico Giovannini

Salute: Mara Carfagna

Istruzione: Patrizio Bianchi

Università: Antonella Polimeni

La squadra/2 – ‘Governo tecnico’

Recovery Fund: Carlo Cottarelli

Interni: Luciana Lamorgese

Esteri: Giampiero Massolo

Mef: Fabio Panetta

Mise: Marco Bentivogli

Lavoro e previdenza: Tito Boeri

Infrastrutture: Raffele Cantone

Giustizia: Marta Cartabia

Ambiente: Carlo Giovannini

Salute: Antonella Viola o Ilaria Capua

Istruzione: Patrizio Bianchi

Università: Antonella Polimeni