Reggio Calabria: fatale violare le prescrizioni #IoRestoacasa, arrestato latitante della ‘Ndrangheta
È bastata poi il flebile bagliore di una sigaretta, intravisto dalla fessura di una tapparella, per dare la certezza ai Carabinieri che, in quella casa in Contrada Monica di Bruzzano Zeffirio, ci fosse il ricercato 42enne latitante esponente di spicco della ‘ndrangheta” sulle cui tracce erano ormai da giorni.
Quella abitazione non poteva essere solo il buen-retiro di un onesto cittadino e quando, nella tarda serata di ieri, Cesare Antonio Cordì, classe 1978 si è acceso una banale sigaretta i carabinieri appostati si sono convinti che in quella casa in Contrada Monica di Bruzzano Zeffirio, ci fosse l'uomo che stavano braccando.
Ancora una volta i Carabinieri della provincia aspromontana si sono confermati inesorabili cacciatori di latitanti, pronti a imporre l’osservanza della giustizia a chi, dopo la commissione dei reati, prova a sottrarsi ulteriormente alle proprie responsabilità.
L’azione dei militari delle Compagnie di Bianco e Locri e dei Carabinieri dello squadrone eliportato “Cacciatori d’Aspromonte” è stata fulminea e non ha concesso la minima possibilità alla fuga al figlio di Antonio “u ragiuneri”, il quale era latitante dall’epoca della operazione “Riscatto” della Compagnia di Locri.
All’epoca, nell’agosto del 2019 l’operazione aveva assestare un durissimo colpo alla storica cosca locrese dei “Cordì” ai cui membri furono contestati, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, con l’aggravante di aver agito per favorire gli interessi della ‘ndrangheta.
una volta catturato il latitante sono partite anche le indagini per ricostruire la rete che di persone che ha favorito la latitanza del 42enne esponente di spicco della ‘ndrangheta di Locri.