Insubria avvia nuovo Master in editoria diffusa e giornalismo digitale

Generare nuove professionalità è l’obiettivo della prima edizione del Master di primo livello in Editoria diffusa, giornalismo digitale, fundraising, che l’Università dell’Insubria lancia per l’anno accademico 2021/2022.

Insubria avvia nuovo Master in editoria diffusa e giornalismo digitale

L’innovativo percorso didattico è basato sul concreto rapporto con affermati professionisti del mondo dell’editoria, del giornalismo e della raccolta di finanziamenti per la cultura. Il corso nasce dalla necessità emergente di creare e gestire nuove forme imprenditoriali e/o associative all’interno del mondo editoriale libero e diffuso, del giornalismo digitale e della comunicazione e promozione di eventi.

Requisiti primi per accedere al Master sono, oltre alla laurea almeno triennale in qualsiasi settore, una ferma volontà di mettersi in gioco e una marcata attitudine alla creatività e all’innovazione. La scadenza per le iscrizioni è l'8 di ottobre 2021.

Oltre alle competenze per confezionare, promuovere e distribuire libri ed ebook e per gestire lo snodo di notizie, districandosi all’interno del complesso labirinto delle fake news e dei social, il Master offre anche la possibilità di imparare le tecniche sofisticate della retorica della progettazione per ottenere finanziamenti europei e nazionali, nonché attrarre donazioni e sponsorizzazioni a vocazione filantropica. 

Le nuove tecnologie digitali stanno mutando radicalmente i modi e il senso stesso della produzione culturale e il libro cartaceo tradizionale non è che uno degli strumenti per fissare i concetti dell’essere sociale. Affianca gli eBook, le conferenze e i convegni interattivi, la produzione di immagini, suoni, parole e testi di ogni tipo. «Questa nuova forma di editoria diffusa offre un potenziale che è sfruttato solo in parte e che in futuro sarà sempre più centrale nella produzione culturale» afferma Pierre Dalla Vigna, direttore del Master, già fondatore dell’associazione culturale Mimesis, ora Mim Edizioni. 

Nell’epoca del crollo delle ideologie solo una fortissima carica progettuale potrà consentire a un giovane di divenire protagonista della vita culturale. «Ma questo giovane dovrà avere competenze completamente diverse rispetto al passato, imparare a gestire le nuove frontiere del pensiero esteso nel web, diffranto nei social e alimentato dalle nuove dinamiche dell’intelligenza artificiale» spiega Eugenio De Caro, coordinatore didattico del Master, project manager e formatore alla logica della progettazione europea.

Le imprese e gli eventi culturali devono saper sempre meglio gestire e commisurare digitale e presenza, comunicazione, investimenti e risorse economiche e umane. «Il cuore resta la qualità della proposta, ma perché arrivi ai destinatari va costruito un percorso articolato e coordinato che richiede molteplici competenze, anche all’interno delle realtà editoriali» dichiara Daniela Mena, fondatrice e direttrice della Rassegna della Microeditoria di Chiari, selezionata nel 2020 dal Ministero della Cultura quale prima Capitale italiana del libro.

Come sostiene Severino Colombo, redattore delle pagine di cultura del Corriere della Sera e dell’inserto La Lettura, membro della giuria del premio Andersen-Baia delle Favole e del Premio Letteratura Ragazzi di Cento, il giornalismo digitale è una forma fluida di comunicazione delle notizie e di racconto dei fatti, che si muove, scorre da una piattaforma all’altra. «Il giornalismo digitale è il giornalismo come è oggi. Una professione ibrida, come le auto, tra qualcosa di vecchio e di nuovo. La migliore per capire la società che cambia? Di sicuro la più adatta». 

David Puente, redattore di Open online, il giornale online fondato da Enrico Mentana, già membro del comitato sulle fake news creato dal governo Conte durante il lockdown, ci ricorda che non possiamo essere sicuri di tutto e dobbiamo imparare a dire una semplice frase: "Non lo sappiamo". Siamo sempre alla ricerca di certezze, di un punto fermo, ma a volte veniamo «attratti da un'informazione che punta soltanto a confermare un nostro piacere o una nostra paura, dando importanza alla fonte e alla sua percepita autorevolezza.

In tempo di Pandemia, ma già prima della Covid19, molte sono state le dichiarazioni di esperti che davano soltanto certezze, preferiti a quelli che onestamente dicevano "Non lo sappiamo" a un determinato argomento. Certezze che nel tempo venivano smentite, creando ulteriore confusione nel pubblico che ci ascolta e una conseguente perdita della credibilità della nostra professione. Il primo insegnamento è quello di non fidarci prima di tutto di noi stessi e delle nostre idee preconcette, poi delle nostre stesse fonti». Un percorso difficile, ma necessario nell'era dell’Infodemia, che il Master in Editoria diffusa, Giornalismo e Fundraising insegnerà a chi vuole emergere.