Market che vendono a Busto Arsizio in Zona Rossa nonostante i divieti

Evidentemente rende di più rischiare una sanzione che seguire la legge. Oggi alcuni supermercati della zona di Busto Arsizio appartenenti a grandi catene delle distribuzione alimentare si sono tassativamente rifiutati di vendere merci vietate in Zona Rossa. Abbiamo fatto personalmente delle prove. Alcuni avevano delimitato con strisce rosse e cartelli le zone in cui era esposta la merce di cui era vietata la vendita, altri, pur non avendo delimitato tali zone, al momento di presentare la merce alla cassa si rifiutavano di venderla. Ci siamo spinti anche oltre, insistendo con una commessa e ottenendo un netto rifiuto, mentre in un altro esercizio lo stesso direttore è intervenuto per spiegarci la situazione. Questo nella grande distribuzione i piccoli, invece, chiusi da giorni, si stanno “godendo” il Natale e il Nuovo Anno in casa, felici di vedere i propri guadagni azzerati. Ma siete sicuri che sia così ovunque. Non direi visto che alcuni esercizi commerciali sono aperti e vendono, come abbiamo già ribadito in altro articolo, di tutto e di più. Siamo abituati ai controlli, fuori dai negozi tradizionali, della Guardia di Finanza che ci chiede lo scontrino al fine di combattere il nero, che tanto affligge l’economia italiana. Ma ci chiediamo: chi ha comprato della merce la cui vendita è vietata in Zona Rossa commette reato o no? Attendiamo risposte da qualche solerte avvocato o magistrato che voglia esprimere un pensiero in merito. Però, visto che facciamo, come Unione Europea e come Italia, accordi con un paese la Cina che ha ancora la pena di morte, sfrutta i propri lavoratori con la conseguenza di abbattere i costi delle merci,, condanna a quattro anni di reclusione una giornalista per aver detto la verità, penso che sia giusto favorire il commercio proveniente da questo grande paese anche nella nostra piccola, realtà, economica, bustocca.