Scuola, didattica all'avanguardia alle medie con aule 'Steam'
Il nome del progetto, “Steam space”, racconta la nuova centralità che si vuole attribuire alle materie tecniche a cui si aggiunge però anche l’arte. Il costo complessivo dell’operazione che andrebbe a impattare su circa 1,7 milioni di studenti e quasi 200 mila professori si aggira sui 2 miliardi di euro, da coprire con i fondi del Next Generation EU.
Un progetto nato dal confronto tra Confindustria, la task force sulla riapertura delle scuole presieduta dall’attuale ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e una serie di attori qualificati, ed è centrato sul rilancio delle scuole medie italiane attraverso una “nuova didattica”, fondata su multidisciplinarità e sull’uso dei laboratori.
Gli Steam Space proposti dal progetto sono pensati come futuro punto di riferimento strutturale negli edifici scolastici della secondaria inferiore: spazi dove alunni e insegnanti potranno formare in maniera unica e innovativa le proprie competenze STEM (acronimo che in inglese sintetizza materie come scienza, tecnologia, ingegneria, matematica). Competenze sempre più richieste dal mondo del lavoro, e indispensabili per le professioni di domani.
Il concept, messo a punto da un architetto, prevede tre moduli da 60 metri quadri complessivi, destinati a ospitare gruppetti di 15 studenti con tre professori di supporto. Lo spazio è stato progettato con due pareti cieche e due completamente trasparenti e parzialmente apribili.
I numeri
Una prima fase sperimentale prevede la costruzione di 200 Steam space in altrettante scuole medie, dieci per ciascuna regione.
L’obiettivo finale del progetto, ambizioso, è la costruzione di uno Steam Space in tutte le 7.329 scuole medie italiane: è in fatti in questo ciclo di scuola che ragazzi e ragazze fanno le scelte decisive sui propri futuri percorsi formativi, ed è quindi necessario accompagnare queste scelte in spazi adeguati (nei quali formare gli stessi insegnanti orientatori). Spazi che poi potranno anche essere messi a disposizione delle comunità locali durante i fine settimana, aprendo così le scuole ai territori.
Il costo complessivo dell’operazione che andrebbe a impattare su circa 1,7 milioni di studenti e quasi 200 mila professori si aggira sui 2 miliardi di euro, da coprire con i fondi del Next Generation EU. Il progetto rappresenterebbe poi un rilancio rispetto alla difficile situazione italiana sul fronte delle strutture scolastiche, fattore che limita le possibilità di esperienza e formazione a moltissimi studenti italiani.