Varese. Intervista a Silvia Vitiello coordinatrice di PAS

Varesepress ha incontrato Silvia Vitiello, ideatrice del Comitato “Prima a Scuola di Varese e Provincia”

Varese. Intervista a Silvia Vitiello coordinatrice di PAS

Silvia è una mamma di 2 bimbe di 2 e 6 anni e vive a Varese dal 2016. E’ laureata presso l’Università Bocconi, ha conseguito una seconda laurea di Management in Francia e un Master in Economia applicata presso l’università di Lovanio (Belgio). Attualmente lavora come ricercatrice nell’ambito delle energie rinnovabili. Silvia ha fondato a Varese e provincia il Comitato Prima A Scuola! che aderisce alla Rete Nazionale “Scuola in Presenza”.

Silvia, lei è una donna e mamma molto impegnata, cosa l’ha spinta a fondare il Comitato PAS qui a Varese?

Come genitori dobbiamo dire qualcosa! Non possiamo stare ancora in silenzio di fronte a queste continue chiusure delle scuole che creano un enorme disagio ai bambini, ai ragazzi e ai loro genitori. Già durante il primo lockdown avevo numerosi dubbi su questa decisione del Governo. Ma ora, dopo l’ennesima chiusura ho detto: basta! Così mi sono informata su come poter dire qualcosa anch’io e mi sono ritrovata totalmente nelle idee dei Comitati della Rete Nazionale “ Scuola in Presenza”. Sabato 6 Marzo ho creato una pagina Facebook “Prima a scuola Varese e provincia” per raggiungere altre persone che condividono la mia preoccupazione. E’ stato incredibile come nel giro di 10 giorni mi abbiano contattato più di 300 genitori e la pagina FB abbia raggiunto quasi 1400 iscritti da tutta la provincia di Varese.

Ha parlato di preoccupazione e di enorme disagio, cosa intende precisamente?

Stiamo bruciando una generazione. Mi arrabbio molto quando sento criticare la nostra iniziativa accusandoci di concepire la scuola come un parcheggio! Non è così; il problema infatti riguarda gli effetti sui bambini e sui giovani: non stanno ricevendo una formazione adeguata al mondo del lavoro e per la vita. Le lacune di oggi le porteranno dietro per tutta la vita. Questo crea anche una disparità tra i vari utenti della scuola poiché chi ha più possibilità economiche già da subito può recuperare le lacune mentre ciò non è possibile per le famiglie meno abbienti. Le lacune formative non potranno essere colmate in età adulta poiché è l’età scolare quella adatta all’apprendimento. Pensiamo alle tabelline, alle operazioni, all’italiano, alla scienza…. non si tratta solo di nozioni, ma di formazione.

Cosa intende per formazione?

Intendo acquisire almeno le capacità base: ad esempio leggere un testo e capirne il contenuto. Tante persone non sono capaci di leggere una bolletta e allocare correttamente le voci di costo. In questo modo il sistema Italia rischia di perdere competitività poiché il tanto discusso PIL non è sostenuto da persone ignoranti ma da chi ha alle spalle un’adeguata formazione scolastica. La scuola deve fornire una formazione integrale.

Crede la scuola italiana sia in grado di assolvere a questo compito?

La scuola italiana già in condizioni normali è carente rispetto alle scuole di altri paesi europei poiché essa punta troppo sul nozionismo e poco sulle competenze. I ragazzi a scuola devono imparare ad essere protagonisti della loro vita, se c’è bisogno ad esempio ad organizzare un evento, a creare qualcosa etc…

E’ possibile offrire questo tipo di formazione in DaD?

No! L’essere umano impara solo in relazione con altri esseri umani. In DaD tanti bambini e giovani diventano passivi, imparano qualche nozione ma certamente non diventano protagonisti della lezione. 

Diversi psicologi concordano sul fatto che con la DaD l’apprendimento sia calato di circa il 50%, lei cosa pensa?

Se fosse veramente così in Italia, sarei contenta. Studi in Olanda hanno rilevato che il tempo perso di apprendimento in ragazzi dell’età delle superiori è pari al periodo esatto di chiusura delle scuole. Stando a questi dati, il calo nell’apprendimento è ben superiore al 50%.

Quindi la relazione nel processo di apprendimento gioca un ruolo decisivo.

Assolutamente sì, e privarne bambini e ragazzi creerà dei danni permanenti. Pensiamo anche ai ragazzi: è proprio durante l’adolescenza che si forma la capacità relazionale; la grande educatrice Maria Montessori diceva “l’adolescente è un neonato sociale”. Non possiamo togliere ai nostri giovani una fonte di relazione così importante come la scuola.