Fagnano Olona, buon compleanno Fortitudo basket

Con il nuovo anno lo sport fagnanese festeggia un traguardo importante come il trentesimo anniversario della Fortitudo Basket.

Fagnano Olona, buon compleanno Fortitudo basket

Ripercorriamo le tappe principali del club grazie all'attuale Presidente della Fortitudo Fagnano, Gigi Della Valle, che ci ha gentilmente concesso questa intervista-racconto per rivirere il cammino e le sfide sul parquet fagnanese.

L'INIZIO

“.....e per il nome direi Fortitudo, è inevitabile!”. L'idea di fondare un'altra squadra di basket a Fagnano è cominciata a balenare nella testa di Giuseppe Sciascia, Stefano Fardelli, Alfio Magistretti, Eugenio Colombo e Luciano Macchi nella primavera del 1990 quando, ormai lontani per svariati motivi dalla realtà Virtus (l'altra compagine di Fagnano) e nella difficoltà di reperire squadre in zona disposte ad ospitarli, la soluzione “fai da te” era sembrata ai baldi giovinotti la più praticabile ed intrigante.

E poi offrire la possibilità a chi ha passato anni a consumare le scarpette sull'asfalto del campo da basket dell'oratorio San Stanislao, di giocare per la prima volta in un campionato federale e recuperare ragazzi che dopo le giovanili avevano smesso col basket ormai da anni........insomma l'entusiasmo c'era, le idee pure; poi quando Beppe propose il nome della futura società svanirono anche gli ultimi dubbi: si fa!

Fortitudo perché c'è Virtus, a Fagnano come a Bologna. Perché siamo passati più o meno tutti dalla Virtus, perché lì abbiamo imparato a giocare e ad appassionarci alla pallacanestro. Perché se ci stacchiamo dalla casa madre non possiamo però ignorarla e nel basket italiano il nome Fortitudo evoca automaticamente il nome Virtus.

Una curiosità: i colori sociali avrebbero dovuto essere nero argento come i San Antonio Spurs, chiedemmo quindi un preventivo per le divise con quei colori a Dante Gurioli, e dopo aver letto la cifra, ed esserci ripresi, optammo per un più fagnanese ed economico bianco rosso. 

SI FÀ SUL SERIO

Dopo un'interlocutoria annata 91-92 chiusa ancora a metà classifica, la stagione 1992-93 inizia con parecchie novità. Beppe Sciascia, uno dei fondatori e primo presidente, lascia la società, Alfio Magistretti prende il suo posto come presidente, arrivano nuovi e importanti innesti come Badanai, Bertolami e Mainini, ma soprattutto un allenatore vero: Roberto Putignano.

La mano del vecchio totem si vede eccome, il gioco è molto meglio organizzato, la difesa è solida, la squadra sta cominciando ad avere una sua identità. Se la gioca contro tutti e alla fine chiude terza, recriminando per qualche sconfitta di troppo dovuta a scarsa concentrazione e lucidità nei momenti decisivi e a qualche invenzione arbitrale. Su tutte in particolare la partita contro l’Alfa Basket giocato al campo di via XXV Aprile a Varese (la palestra dei pompieri) dove, a metà del primo tempo un noto arbitro decise improvvisamente di espellere l'intera panchina comprensiva di allenatore, colpevole, a suo dire di un “vaffa” in realtà proveniente dalle tribune. 

Quel che è certo è che il messaggio è stato lanciato: l'anno prossimo chiunque volesse provare a vincere il campionato di Seconda Divisione, dovrà per forza fare i conti con la Fortitudo. E in effetti così sarà. Per il campionato 1994 il gruppo rimane praticamente invariato con Putignano alla guida; gli allenamenti sono seri ed intensi (i post allenamenti spesso lunghi e alcoolici); alla vigilia della prima partita a Cavaria la condizione atletica è ottima, l'ambiente fiducioso e tutto lascia presagire un inizio importante. Infatti........-24, massacrati da tutti i punti di vista.

La legnata di Cavaria però non influisce negativamente sul morale della squadra, anzi ne tempra il carattere. Nel girone d'andata, a parte una evitabile sconfitta a Gurone dovuta ad una orrenda serata al tiro contro la stretta 2-3 degli avversari, la Fortitudo gioca bene e vince con facilità chiudendo al secondo posto; ma è col girone di ritorno che si ha il cambio di marcia, mostrando un basket spettacolare fatto di contropiede sistematico (Colombo A. e Mainini su tutti), grande circolazione di palla, attacco prolifico (più di 80 punti di media, con un Bossi sempre sui 20 a partita), dominio a rimbalzo (Pigni contro Valcuvia ne prende 34!), difesa a uomo aggressiva. In più Putignano introduce un'arma tattica importante: la zona 3-2 difesa che spesso farà la differenza.

La partita decisiva per la promozione si gioca a Varese, contro il San Giorgio Data Flash, gara molto equilibrata vinta i 1 punto con due liberi a 20 secondi dal termine.

La Prima Divisione diventa matematica alla penultima giornata, vincendo a Buguggiate; tutto è pronto per festeggiare la promozione in casa contro Lissago all'ultima giornata, purtroppo la compagine varesina pensa bene di non presentarsi, lasciando la squadra e i tifosi a festeggiare con l'arbitro.

LA FORTITUDO RINGRAZIA LA STELLA

Varie formazioni della Fortitudo basket di Fagnano Olona

Gli anni dal 1997 al 1999 vedono Carlo Casadio, sulla panchina della Fortitudo e il ritorno sui campi da gioco del play Gigi Della Valle. Fino alla stagione 1997-98 viene mantenuto il nucleo storico della squadra formato da Colombo A., Fardelli, Chioetto, Gussoni A. e R., Macchi, Bertolami, Terranova e Pigni R. con le importanti conferme di Casadio, Pamio e Della Valle. Lo scopo dichiarato è quello di rimanere in Prima Divisione, traguardo raggiunto con relativa tranquillità e talora impreziosito anche da alcune vittorie roccambolesche, come quella contro il Verbano, dove benchè con soli sei elementi, la Fortitudo sbancò Luino grazie soprattutto alle prestazioni di Pamio e alla grinta di Zaffaroni. 

Il 1999 vede il ritiro di Giancarlo Casadio per problemi fisici e un parziale disimpegno di alcune colonne della squadra per motivazioni personali; vi è un rinnovamento parziale del roster con l'inserimento di alcuni giovanissimi provenienti dal vivaio Virtus, ancora però troppo acerbi per un campionato di vecchie volpi come è la Prima Divisione; e l'assenza del coach Casadio a partire da gennaio, per motivi lavorativi, complica ulteriormente la faccenda. La Fortitudo stenta nel gioco e nei risultati e la salvezza rischia questa volta di diventare un miraggio; la principale rivale è Gorla Minore, due punti sopra in classifica, ma con la quale vi sarebbe il vantaggio negli scontri diretti. Per salvarsi è necessario vincere in casa contro lo Sporting Varese (la compagine di Aldo Ossola) e sperare nella sconfitta di Gorla Minore: purtroppo Sporting è squadra di alta classifica molto più forte ed esperta di Fagnano.

A salvare la Fortitudo però, questa volta ci penserà una .....stella; anzi la Stella conquistata dai Rooster Varese di Pozzecco e Meneghin. La partita che consegnerà il decimo scudetto alla Pallacanestro Varese era infatti programmata lo stesso giorno di Fortitudo-Sporting; naturalmente tutti i giocatori dello Sporting si recarono quella sera al Lino Oldrini invece che in via De Amicis a Fagnano Olona. E quei due punti “a tavolino” consentirono alla Fortitudo di salvarsi nuovamente. 

GIGI E IL QUINTO PERIODO

L'anno 2007-08 vede l'esordio sulla panchina Fortitudo di Gigi Della Valle con il ruolo di allenatore-giocatore; per le successive due stagioni il nucleo di giocatori resta sostanzialmente invariato, con qualche gradito ritorno (Cavelli e Giavini) e le prestazioni in campo sono tali da garantire sempre al termine del campionato, una onorevole classifica. Anche l'annata 2009-10, terzo anno sulla panchina di Della Valle e tradizionalmente anno di crisi dei coach biancorossi, si chiude con la salvezza conquistata matematicamente solo all'ultima giornata ma mai realmente in discussione grazie alle due vittorie con l'avversario diretto Basket Sacro Monte. La Fortitudo di Della Valle mostra una inaspettata (soprattutto per chi vede e partecipa agli allenamenti) consistenza difensiva, che sopperisce alla mancanza di punti in attacco.

Ma la vera novità che caratterizzerà la Fortitudo in questi anni nel panorama del basket dilettantistico varesino è l'invenzione del “quinto periodo”; su idea di Bottelli, si è in pratica mutuato il tradizionale “terzo tempo” di origine rugbistica: al termine della partita, la Fortitudo offre birra, salumi e formaggi alla squadra avversaria e ai tifosi, introducendo una coda rilassata e goliardica della partita appena conclusa. Lo spirito in pratica è quello che in campo si lotta e se necessario ci si mena anche, ma fuori dal campo si festeggia, si ride e si scherza anche con gli avversari. Il quinto periodo è servito a cementare ancora di più il nucleo dei giocatori Fortitudo (formato sia da ragazzi poco più che ventenni sia da ultraquarantenni) e a facilitare l'inserimento nel gruppo dei nuovi innesti.

La stagione 2010-11 è cronaca: l’arrivo dell’esperto Mauro Canavesi e dei giovani Piazza, Mascheroni e Sametti, oltre all’aggiunta del totem Uslenghi, al rientro a tempo pieno di Cavelli e soprattutto alla cessione di Giavini, dà nuova linfa alla Fortitudo di Gigi Della Valle. Sommata alla ormai consueta difesa granitica, adesso c’è anche consistenza a rimbalzo e soprattutto grande fluidità in attacco, facilità nel fare canestro e molto contropiede, come non se ne vedeva dai tempi di Putignano: la squadra appare davvero competitiva. A parte l’iniziale scivolone a Origgio, causa una terribile serata ai liberi, la Fortitudo inanella 16 vittorie consecutive e si porta in testa alla classifica alla pari della favorita Daverio. Lo scontro diretto vede la vittoria di quest’ultimi e il sorpasso in classifica a 3 giornate dalla fine, ma le successive e sorprendenti sconfitte di Daverio a Gorla e in casa con l’Ariete e le rispettive vittorie di Fagnano (che chiude imbattuta in casa come nella stagione 1993-94) contro le medesime avversarie, consegnano alla Fortitudo la più inaspettata delle promozioni, proprio nell’anno del ventesimo anniversario.

Nel 2012 Gigi Della Valle diventa pure presidente e nel 2013 c'è la storica decisione di lasciare la FIP x entrare nella famiglia UISP.

In questi ultimi anni, la Fortitudo si è sempre ben comportata, stando sempre nella metà alta della classifica, togliendosi anche qualche soddisfazione nei playoff, mettendo sempre la voglia di divertirsi e fare gruppo al primo posto.

Fausto Bossi