Il turismo guarda al “dopo virus” e valuta la possibilità di progettare una vacanza “su misura”
Il turismo nelle terre di Arezzo guarda all’era del “dopo virus” e riparte dalla possibilità di progettare una vacanza “su misura”, all’insegna dell’autenticità, lontano da luoghi affollati, alla scoperta di tradizioni e stili di vita unici al mondo.
La Fondazione Arezzo Intour, realtà pubblico privata nata nel 2018 per gestire la destinazione turistica Arezzo, fa leva sulle sue due anime (turismo e innovazione) e guarda al futuro, mettendo a punto strumenti digitali per ridisegnare l’offerta turistica.
Va in questa direzione la nuova piattaforma ideata per aggregare e vendere esperienze ed attività turistiche per gli operatori del territorio, che è stata presentata nel corso di una conferenza stampa virtuale alla quale hanno partecipato per la Fondazione Arezzo Intour il presidente Marcello Comanducci, Alessio Ballerini, coordinatore dei progetti di innovazione e Francesco Meacci, consigliere di amministrazione.
L’idea è quella di costruire un luogo virtuale che (sull’esempio delle grandi agenzie di viaggi online e portali di vendita di servizi turistici) diventi un vero marketplace di esperienze e non solo.
“Quello delle esperienze è un trend che già prima del Covid-19 dominava l’offerta turistica – commenta il presidente della Fondazione Arezzo Intour Marcello Comanducci -. Secondo Expedia, il 68 per cento dei viaggiatori sceglieva la vacanza in base alle attività e ciascun viaggiatore acquistava una media di 7 esperienze a soggiorno, prenotandole online o comprandole in destinazione (il 48 per cento). Ecco perché a emergenza sanitaria finita è immaginabile che questo trend sia destinato a salire. Le esperienze si prestano a scoprire mete meno note, all’insegna della tradizione della tipicità e della lentezza. E la migliore alleata di questo tipo di viaggi è la tecnologia che permette di all’utente gestire la propria vacanza disegnandola su misura”.
Il viaggiatore potrà così scegliersi la vacanza più adatta al “suo tempo” diventando protagonista e vivendo un’avventura intima e coinvolgente: dalle proposte più tradizionali come la possibilità di essere “artigiano” per un giorno magari facendo il formaggio in un caseificio o lavorando il legno o la ceramica una bottega tipica, o anche realizzando un affresco sulle tracce di Piero della Francesca, fino alle attività più curiose come la navigazione in canoa di un tratto dell’Arno o la visita a zone sotteranee, sarà possibile esplorare il territorio in una maniera inedita e personale attraverso attività indimenticabili con un forte impatto emotivo.
La Fondazione chiama a raccolta tutti coloro che – sul territorio - hanno un’esperienza da proporre ai viaggiatori così da costruire una rete virtuosa di servizi e offerte aggregate in un unico polo fortemente attrattivo che, la stessa Fondazione Arezzo Intour come DMO, promuoverà in tutto il mondo.
Un modo per dare nuovi stimoli anche agli operatori aretini che, con creatività e voglia di reinventarsi, possono trasformare il loro business declinando il loro universo di saperi e competenze professionali in esclusive esperienze turistiche.
La piattaforma, infatti, permetterà di far conoscere a un pubblico vasto la proposta turistica di Arezzo e del suo territorio, semplificandone la vendita: con un solo click, oltre al portale di destinazione della Fondazione (di prossima pubblicazione), le esperienze saranno presentate anche sui siti i riferimento più importanti come TripAdvisor, Viator, GetYourGuide, Musement.
“La nuova piattaforma – conclude il presidente Marcello Comanducci - sarà soltanto uno degli strumenti del nuovo portale di destinazione che sarà presto online e verrà presentato a breve: grazie ad innovative idee di marketing e tecnologia applicata, la Fondazione Arezzo Intour si conferma così destinazione digitale all'avanguardia, distinguendosi con altre poche realtà che hanno già intrapreso questo percorso. In un anno terribile per il turismo, crediamo che sia necessario ripartire dalla nostra storia, dalle nostre tradizioni, dalla nostra cultura; un patrimonio enorme che però va proiettato nel futuro con gli strumenti del futuro. Ecco quindi che la tecnologia diventa alleato indispensabile per dare nuova vita e spinta a questo settore”.