LinkedIn, 500 milioni di profili in vendita sul dark web

Allerta massima per truffe e furti di dati bancari, per utenti italiani rischio altissimo. Consumerismo: pronti a chiedere danni ad azienda se confermate violazioni.

LinkedIn, 500 milioni di profili in vendita sul dark web

Dopo il caso dei 36 milioni di italiani i cui dati sensibili sarebbero stati trafugati a causa della violazione dei sistemi di Facebook, scoppia oggi la vicenda LinKedin, con 500 milioni di profili i cui dati sarebbero finiti in vendita sul dark web.

Questione che coinvolgerebbe anche 15 milioni di italiani iscritti al noto sito, e la cui privacy, se confermate le notizie emerse in queste ore, sarebbe in grave pericolo.

“Oramai non passa giorno senza la notizia di app, social network e piattaforme varie che vengono violate con i dati degli iscritti che finiscono alla mercé di cyber-criminali e possono essere utilizzati per fini illeciti – spiega il presidente di Consumerismo No profit, Luigi Gabriele – E’ l’ennesima dimostrazione che i cittadini sono sempre più considerati prodotti commerciali, i cui dati sensibili possono essere oggetto di lucro e dare avvio a vere e proprie compravendite”.

“L’intervento del Garante della Privacy sul caso Linkedin appare tardivo, ma se dall’istruttoria emergeranno violazioni dei dati degli utenti, tutti gli italiani coinvolti nella vicenda potranno chiedere i danni all’azienda” – prosegue Gabriele.

Consumerismo No Profit lancia inoltre l’allarme truffe, considerato che la diffusione di dati sensibili degli utenti alimenta raggiri via mail o sms, e fa crescere in modo esponenziale il furto di dati bancari o di carte di credito per scopi illeciti. In tal senso l’associazione invita tutti i consumatori a diffidare da sms, mail o messaggi ricevuti sui social network in cui vengono richieste password o dati bancari, anche se i messaggi sembrano provenire da amici o conoscenti, e segnalare qualsiasi anomalia alla Polizia Postale.